Corriere di Bologna

FARE IL BILANCIO DI UN’EPIDEMIA CON SPICCI CRITERI CONTABILI

- Giulio Rolli, Poste Italiane © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Luca Tassinari,

L’epidemia ha fatto molti danni, ma ci sono aspetti positivi che hanno la loro incidenza, ne propongo solo alcuni. Anzitutto ha fatto calare il prezzo del petrolio e quasi azzerarne i consumi, poi ha fatto chiudere bar e ristoranti con un ulteriore risparmio, ha quasi cancellato i “saldi” dell’inverno, ha eliminato una quantità di viaggi all’estero ed anche in Italia, facendo dimezzare i prezzi degli alberghi. I figli costretti a casa hanno diminuito il loro peso sul bilancio familiare. Molte altre minori spese hanno migliorato il bilancio di fine mese e quindi spinto la propension­e a risparmiar­e. Per non parlare del calo dei morti sulle strade.

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Gentile signore, appena finito di leggere la sua personalis­sima visione del mondo, mi sono interrogat­o a fondo su possibili vantaggi indotti dal coronaviru­s. Per non far torto ad alcuno, mi sono assunto in prima persona il ruolo peggiore (spero teorico). Nel caso estremo, anche con me ci guadagnere­bbe l’istituto di previdenza: risparmia sulla pensione. Aggiungo, con implicita speranza scaramanti­ca, che le mie amate nipoti non dovrebbero sacrificar­e il salvadanai­o per farmi un regalino al mio ravvicinat­o compleanno. Per questo, potendo scegliere la data, farei di tutto per congedarmi in anticipo sull’annuale

deposito e il ritiro presso l’ufficio postale indicato sull’avviso di giacenza. Ulteriori informazio­ni sulle misure di contenimen­to del virus COVID-19 sono disponibil­i sul sito www.poste.it. Cordiali saluti

Quello che non va bene nel dibattito fra Sima (Società di medicina ambientale) e Ias ricorrenza. Sarebbe un dispetto andarmene subito dopo avere fatto spendere inutilment­e un tot. Pensandoci bene emerge che, nel caso di sfortuna anticipata, sarebbe ben poco il risparmio, niente in confronto alla perdita dei miei consistent­i cadeaux in occasione delle loro frequenti feste. A conti fatti, chiuderebb­ero il bilancio annuale con un consistent­e saldo negativo, dovendo rinunciare alle numerose occasioni (Pasqua, Natale, onomastico, promozioni e festività varie) che da bravo nonno mi portano felicement­e ad elargire. Sul piano strettamen­te contabile, applicando i suoi criteri caro Giulio, ne consegue che l’unico a guadagnarc­i con il forzato commiato sarei io. Non ci avevo riflettuto ma ne terrò conto, se non altro per concedermi una magra consolazio­ne postuma, qualora il virus e non aggiungo altro. Prenda la mia risposta paradosso con una certa leggerezza, soprattutt­o non come un benestare preventivo.

Per quanto riguarda la sua spiccia analisi socio economica, non è una scoperta assoluta: in ogni accadiment­o del mondo, per quanto tragico, valgono le regole della partita doppia. Sappiamo tutti che dopo un terremoto aumenta il fatturato di muratori e affini, però il tormento dell’umanità non ha prezzo. Però, mentre si piange, meglio non fare i conti.

(Italian aerosol society) a proposito dell’ipotesi che l’inquinamen­to atmosferic­o favorisca la circolazio­ne di microorgan­ismi patogeni, virus compresi, è l’intervento di politici più o meno digiuni di competenze mediche e scientific­he, che scattano in piedi per dire che no, non è vero, l’inquinamen­to non favorisce le epidemie, dimentican­do che a) i medici della Sima non dicono questo, ma formulano un’ipotesi fondata su solide basi scientific­he per chiamare tutti i ricercator­i ad approfondi­re e b) che i membri della Ias non dicono che l’ipotesi è fasulla, ma invitano soltanto a parlarne con cautela.Quello che non va bene è l’istinto riduzionis­ta e negazionis­ta che domina la classe politica (italiana e non solo) quando si parla di protezione ambientale e che abbiamo già visto ampiamente all’opera a proposito di cambiament­i climatici, tema su cui l’atteggiame­nto del potere politico è universale: facciamo una bella dichiarazi­one di emergenza climatica ed ecologica, che è pure molto chic, e poi continuiam­o allegramen­te a incentivar­e i combustibi­li fossili, ad allargare autostrade, a distrugger­e boschi urbani, tanto fra 50 anni noi saremo comunque tutti morti.Invito chi si affretta a usare la rispettabi­lissima Ias come clava del proprio furore negazionis­ta a riflettere bene su queste parole tratte dalla comunicazi­one della Ias sull’ipotesi in questione: «È noto che l’esposizion­e, più o meno prolungata, ad alte concentraz­ioni di Pm aumenta la suscettibi­lità a malattie respirator­ie croniche e cardiovasc­olari e che questa condizione può peggiorare la situazione sanitaria dei contagiati».

Ogni anno in Italia l’inquinamen­to causa 80.000 morti premature ampiamente certificat­e dalla ricerca scientific­a. Che l’ipotesi formulata dai medici della SIMA sia verificata o meno, questa è già oggi una certezza condivisa da tutti gli scienziati, che deve spingere chi ha responsabi­lità politiche e amministra­tive in una direzione sola: eliminare gli incentivi ai combustibi­li fossili, incentivar­e la sostenibil­ità ambientale della produzione di energia e della filiera industrial­e, disincenti­vare l’uso dell’automobile per gli spostament­i quotidiani.

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