FARE IL BILANCIO DI UN’EPIDEMIA CON SPICCI CRITERI CONTABILI
L’epidemia ha fatto molti danni, ma ci sono aspetti positivi che hanno la loro incidenza, ne propongo solo alcuni. Anzitutto ha fatto calare il prezzo del petrolio e quasi azzerarne i consumi, poi ha fatto chiudere bar e ristoranti con un ulteriore risparmio, ha quasi cancellato i “saldi” dell’inverno, ha eliminato una quantità di viaggi all’estero ed anche in Italia, facendo dimezzare i prezzi degli alberghi. I figli costretti a casa hanno diminuito il loro peso sul bilancio familiare. Molte altre minori spese hanno migliorato il bilancio di fine mese e quindi spinto la propensione a risparmiare. Per non parlare del calo dei morti sulle strade.
BOLOGNA
Gentile signore, appena finito di leggere la sua personalissima visione del mondo, mi sono interrogato a fondo su possibili vantaggi indotti dal coronavirus. Per non far torto ad alcuno, mi sono assunto in prima persona il ruolo peggiore (spero teorico). Nel caso estremo, anche con me ci guadagnerebbe l’istituto di previdenza: risparmia sulla pensione. Aggiungo, con implicita speranza scaramantica, che le mie amate nipoti non dovrebbero sacrificare il salvadanaio per farmi un regalino al mio ravvicinato compleanno. Per questo, potendo scegliere la data, farei di tutto per congedarmi in anticipo sull’annuale
deposito e il ritiro presso l’ufficio postale indicato sull’avviso di giacenza. Ulteriori informazioni sulle misure di contenimento del virus COVID-19 sono disponibili sul sito www.poste.it. Cordiali saluti
Quello che non va bene nel dibattito fra Sima (Società di medicina ambientale) e Ias ricorrenza. Sarebbe un dispetto andarmene subito dopo avere fatto spendere inutilmente un tot. Pensandoci bene emerge che, nel caso di sfortuna anticipata, sarebbe ben poco il risparmio, niente in confronto alla perdita dei miei consistenti cadeaux in occasione delle loro frequenti feste. A conti fatti, chiuderebbero il bilancio annuale con un consistente saldo negativo, dovendo rinunciare alle numerose occasioni (Pasqua, Natale, onomastico, promozioni e festività varie) che da bravo nonno mi portano felicemente ad elargire. Sul piano strettamente contabile, applicando i suoi criteri caro Giulio, ne consegue che l’unico a guadagnarci con il forzato commiato sarei io. Non ci avevo riflettuto ma ne terrò conto, se non altro per concedermi una magra consolazione postuma, qualora il virus e non aggiungo altro. Prenda la mia risposta paradosso con una certa leggerezza, soprattutto non come un benestare preventivo.
Per quanto riguarda la sua spiccia analisi socio economica, non è una scoperta assoluta: in ogni accadimento del mondo, per quanto tragico, valgono le regole della partita doppia. Sappiamo tutti che dopo un terremoto aumenta il fatturato di muratori e affini, però il tormento dell’umanità non ha prezzo. Però, mentre si piange, meglio non fare i conti.
(Italian aerosol society) a proposito dell’ipotesi che l’inquinamento atmosferico favorisca la circolazione di microorganismi patogeni, virus compresi, è l’intervento di politici più o meno digiuni di competenze mediche e scientifiche, che scattano in piedi per dire che no, non è vero, l’inquinamento non favorisce le epidemie, dimenticando che a) i medici della Sima non dicono questo, ma formulano un’ipotesi fondata su solide basi scientifiche per chiamare tutti i ricercatori ad approfondire e b) che i membri della Ias non dicono che l’ipotesi è fasulla, ma invitano soltanto a parlarne con cautela.Quello che non va bene è l’istinto riduzionista e negazionista che domina la classe politica (italiana e non solo) quando si parla di protezione ambientale e che abbiamo già visto ampiamente all’opera a proposito di cambiamenti climatici, tema su cui l’atteggiamento del potere politico è universale: facciamo una bella dichiarazione di emergenza climatica ed ecologica, che è pure molto chic, e poi continuiamo allegramente a incentivare i combustibili fossili, ad allargare autostrade, a distruggere boschi urbani, tanto fra 50 anni noi saremo comunque tutti morti.Invito chi si affretta a usare la rispettabilissima Ias come clava del proprio furore negazionista a riflettere bene su queste parole tratte dalla comunicazione della Ias sull’ipotesi in questione: «È noto che l’esposizione, più o meno prolungata, ad alte concentrazioni di Pm aumenta la suscettibilità a malattie respiratorie croniche e cardiovascolari e che questa condizione può peggiorare la situazione sanitaria dei contagiati».
Ogni anno in Italia l’inquinamento causa 80.000 morti premature ampiamente certificate dalla ricerca scientifica. Che l’ipotesi formulata dai medici della SIMA sia verificata o meno, questa è già oggi una certezza condivisa da tutti gli scienziati, che deve spingere chi ha responsabilità politiche e amministrative in una direzione sola: eliminare gli incentivi ai combustibili fossili, incentivare la sostenibilità ambientale della produzione di energia e della filiera industriale, disincentivare l’uso dell’automobile per gli spostamenti quotidiani.
BOLOGNA
Misure da prendere