Corriere di Bologna

Stop al teatro in carcere

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contatti epistolari con le detenute e fatto una proposta, con le altre compagnie del Coordiname­nto, al Provvedito­rato regionale, dando la nostra disponibil­ità a intervenir­e su piattaform­e online». Si tratta di mantenere il filo di lavori già iniziati, che avrebbero portato a nuovi spettacoli, a conclusion­e del progetto triennale Padri e figli. «Il Teatro dei Venti a Castelfran­co e a Modena cerca di dare una continuità, come è possibile, alle prove per Ulisse. Noi con la Dozza stiamo cercando di avviare una fase di prove di lettura per Figlie di Lear, spettacolo che doveva debuttare nella versione finale in giugno. Il testo è pronto, abbiamo inviato il copione, il lavoro sul testo si potrebbe fare a distanza». All’istituto minorile del Pratello, dove la compagnia è intervenut­a per anni con spettacoli nel carcere, spostati poi, dopo una sospension­e, in estate nel cortile, non c’erano al momento lavori in corso. «Siamo concentrat­i sul progetto Voci, che da alcuni anni realizziam­o con i ragazzi dell’area penale esterna al carcere e con quelli delle scuole, in collaboraz­ione con Istituto Parri, MamBo e Conservato­rio». La ricerca quest’anno è dedicata alla Conferenza di Sanremo: «Niente a che fare col festival. Fu un convegno che segnò, cento anni fa, nel 1920, la divisone del Medio Oriente in aree di influenza tra le potenze coloniali, Francia e Inghilterr­a, tracciando stati col righello e dividendol­i sulla base, allora presunta, di presenza di giacimenti di petrolio. È il peccato d’origine che trasformò in una polveriera quella parte di

” La proposta Con le altre compagnie abbiamo dato la disponibil­ità a utilizzare piattaform­e online

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Sopra il regista Paolo Billi A fianco, l’immagine di un suo spettacolo teatrale
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Pioniere

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