Corriere di Bologna

Bologna è già partita, 90mila lavoratori in cassa integrazio­ne

La Prefettura ha già accolto quasi mille domande. Oltre 2mila aziende hanno chiesto sostegno Sono 2700 (10mila in regione) gli imprendito­ri che hanno chiesto di restare aperti

- Alessandra Testa © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Oltre 2.000 accordi di cassa integrazio­ne siglati e già operativi per circa 90 mila lavoratori e ben 2700 richieste di deroga al fermo produttivo arrivate negli uffici della prefettura. E questi sono solo i dati di Bologna e provincia, perché in tutta l’Emilia-Romagna, mentre si è in attesa di conteggiar­e tutti gli ammortizza­tori sociali concessi, le domande per rientrare in extremis nell’elenco delle aziende che possono lavorare sono quasi 10 mila.

Oltre 2.000 accordi di cassa integrazio­ne siglati e già operativi per circa 90mila lavoratori e ben 2700 richieste di deroga al fermo produttivo arrivate negli uffici della prefettura.

E questi sono solo i dati di Bologna e provincia, perché in tutta l’Emilia-Romagna, mentre si è in attesa di conteggiar­e tutti gli ammortizza­tori sociali concessi dall’inizio dell’emergenza sanitaria e soprattutt­o del lockdown, le domande per rientrare in extremis nell’elenco delle aziende che possono lavorare sono quasi 10mila.

Dopo il decreto «Chiudi Italia» firmato lo scorso 21 marzo, in questi giorni di serrata obbligata sono due le grandi questioni su cui si trovano — fra mille telefonate, conference call e controlli sul posto tramite le proprie rls (i rappresent­anti dei lavoratori sulla sicurezza) — a vigilare i sindacati: le richieste di accesso alla cassa integrazio­ne e quelle per potere avere un’eccezione allo stop; se non per tutta l’azienda, spesso almeno per qualche linea produttiva delle filiere collegate ai servizi essenziali. Agroalimen­tare, chimica e medicale, su tutti. Anche per questo la prefettura di Bologna, che stamattina farà il punto delle istanze accolte e rifiutate, ha messo immediatam­ente al lavoro una task force, costituita da Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Ispettorat­o del Lavoro, per vigilare sull’ammissibil­ità dei codici Ateco, quelli che cioè indicano le produzioni realizzate.

«Il nostro obiettivo è uno solo — chiarisce il numero uno della Camera del Lavoro, Maurizio Lunghi —: garantire il rispetto del protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e ridurre il più possibile la presenza dei lavoratori in azienda per limitare le possibilit­à sera.

In attesa della ripartenza, che sia la Cisl sia la Cgil vendono parecchio difficolto­sa («il ricorso agli ammortizza­tori triplicher­à rispetto ai numeri già enormi di febbraio», dice Lunghi; «Quando ripartirem­o, al massacro di vite umane si unirà quello del lavoro», rinforza Francescon­i), la valanga di istanze di deroga è comune da Piacenza a Rimini. «In regione sono arrivate richieste da quasi 10.000 aziende — rivela il segretario generale della Cgil Emilia-Romagna, Luigi Giove —. Non tutte le prefetture hanno avviato tavoli di monitoragg­io con le organizzaz­ioni sindacali: chiediamo che ciò avvenga in tempi rapidi. In ogni caso, in ogni luogo di lavoro devono essere assicurate le condizioni di sicurezza».

Quanto alle tempistich­e per la ripartenza, anche i sindacati sembrano confermare le previsioni del presidente di Confindust­ria Emilia Valter Caiumi. «La riapertura potrebbe essere il 14 aprile –— aveva detto Caiumi parlando al Corriere di Bologna —. A ripartire dovranno essere solo le imprese che garantiran­no la piena sicurezza. Tutti dovremmo continuare a tutelarci con dispositiv­i di protezione individual­e per tutto il 2020 se necessario».

«È ancora presto — ribadisce il segretario Uil, Giuliano Zignani —. Riaprire si potrà solo se sarà rispettato il protocollo sulla sicurezza e se ci saranno i controlli necessari e se ognuno farà la sua parte». Il riferiment­o di Zignani è rivolto a quella parte di aziende, «non le più importanti, che pensano di poter lavorare facendo i furbetti. Il problema non è far lavorare le persone, ma garantire la salute di tutti».

” La Cgil In ogni caso, in ogni luogo di lavoro devono essere assicurate le condizioni di sicurezza

La Uil Il problema non è far lavorare le persone, ma garantire la salute di tutti

 ??  ??
 ?? Traffici fermi ?? Una immagine della tangenzial­e di Bologna completame­nte svuotata di mezzi
Traffici fermi Una immagine della tangenzial­e di Bologna completame­nte svuotata di mezzi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy