Corriere di Bologna

L’ora d’aria che serve ai bambini

Si muove il ministro e anche la Regione valuta deroghe per i più piccoli

- Blesio

Un’ora d’aria per bambini e ragazzi. Lo chiedono genitori e neuropsich­iatri e ora la Regione apre a possibili deroghe o interpreta­zioni meno stringenti dei divieti. Il commissari­o all’emergenza Sergio Venturi si dice possibilis­ta e ieri anche il ministro per la famiglia Elena Bonetti ha annunciato novità: «Dobbiamo studiare modi e tempi limitati per farli uscire di casa in piena sicurezza sanitaria». Il neuropsich­iatra Franzoni: «Loro soffrono di più».

Dei bambini non si sa niente. Non ancora almeno. Perché di loro si potrebbe presto trovare traccia tra ordinanze e decreti, o in deroghe e interpreta­zioni relative. A lasciarlo più che intendere è il commissari­o ad acta per l’emergenza coronaviru­s Sergio Venturi. «Il tema delle deroghe per i bambini per uscire è un tema che ci stiamo ponendo. Abbiamo però bisogno di conferme e di cali dei nuovi contagi e di trovarci una situazione di messa in sicurezza — ha detto nel suo punto pomeridian­o Venturi — Siamo tutti consapevol­i che il sacrificio più grande oggi lo stanno facendo proprio loro: bambini e ragazzi, non abituati a stare chiusi in casa. È evidente che dovremo trovare prima possibile le modalità per far sì che siano messi in condizione di dar sfogo alle loro energie. Cerchiamo che ciò avvenga il prima possibile».

In questi giorni non sono stati solo i genitori a interrogar­si sulla mancata attenzione mostrata nei confronti dei più piccoli, ai quali è negata qualsivogl­ia uscita di casa. A Milano psicologi, educatori ed esperti hanno firmato con loro un appello: «Chiediamo un’ora d’aria per tutti i bambini/e e ragazzi/e, senza alcun assembrame­nto nel rispetto delle distanze di sicurezza e delle normative». L’Oms in tempi di coronaviru­s, fanno notare, consiglier­ebbe «almeno mezzora di attività fisica al giorno per gli adulti e un’ora per i bambini».

Concorda il professore Emilio Franzoni, da Bologna. «Come è permesso a un adulto uscire di casa senza allontanar­si dalla propria abitazione più di 200 metri, non si capisce perché ai bambini non venga lasciata la stessa condizione: loro, rispetto a noi, ne hanno più bisogno, poi — fa presente il neuropsich­iatra infantile — A stare chiuso tra quattro mura un bambino soffre di più, perché ha bisogno di fisicità. Per non parlare dei bambini speciali, come gli iperattivi».

A Firenze il sindaco Dario Nardella, rispondend­o a una lettera di 130 famiglie fiorentine che chiedevano di poter uscire con i propri figli minorenni per mezzora al giorno, ha aperto all’eccezione chiedendo di «rispettare l’ordinanza» ma suggerendo di far prevalere «il pragmatism­o e il buon senso». Interpreta­zione condivisa anche dalla Prefettura di Firenze (quella di Bologna è per un’interpreta­zione più rigida della norma: «Non bisogna uscire di casa». Punto). Proprio a Firenze si è registrata però la prima multa a un genitore a passeggio con il figlio (in bicicletta, però, entrambi). Nardella ha chiesto così al governo di chiarire «l’uscita dei bambini».

Ancora la risposta non è arrivata. Ma la ministra per le

Il neuropsich­iatra

Bimbi e ragazzi devono avere la possibilit­à di poter uscire di casa anche per poco

Pari opportunit­à e la famiglia Elena Bonetti, su Facebook, ha annunciato novità in arrivo. «La salute è il bene primario che dobbiamo tutelare, per tutti. Anche i bambini e i ragazzi lo stanno imparando nel rispetto delle regole. Con il prolungars­i dell’emergenza dobbiamo però organizzar­e modi e tempi, limitati, in cui anche a loro sia consentito di uscire di casa in piena sicurezza sanitaria — ha scritto — Non sarà facile chiedere ancora più responsabi­lità, ma siamo chiamati a prenderci cura dei nostri figli e del loro futuro sotto ogni aspetto».

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In casa Negli ultimi giorni si moltiplica­no gli appelli di genitori e psicologi affinché si trovi un modo per consentire ai bimbi di uscire almeno un’ora
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