Corriere di Bologna

MARISA GALLETTI LA MAMMA DEI TRE «GIAN»

- Di Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per la prima volta si è dovuta separare dai suoi tre Gian. Non li aveva mai lasciati soli, nemmeno quando ciascuno, crescendo, è andato per la sua strada. Loro ieri erano lì, in piedi, impietriti dal dolore, su un marciapied­e, mentre il feretro passava. Un attimo quasi rubato nel silenzio della città paralizzat­a dalla paura. Non si sono potuti abbracciar­e come facevano da piccoli. Non l’hanno potuta abbracciar­e come hanno fatto sempre, anche da adulti. Lei non aveva mai lasciato loro e loro non avevano mai lasciato lei. Gian Piero, Gian Paolo, Gian Luca. Figli del grande amore della sua vita, Gian Franco Galletti, figura di riferiment­o della Democrazia cristiana negli anni Settanta e Ottanta, scomparso nel 2014.

Marisa Fusco, 91 anni, era il perno attorno a cui ruotavano i quattro uomini a cui aveva dedicato la sua intera vita. Mentre tutti andavano e venivano in quella casa di via Leandro Alberti, tenuta in affitto per più di sessant’anni e fino all’ultimo respiro, lei restava lì, ad aspettarli. In cucina. Apriva il suo libro azzurro, scriveva a mano ingredient­i e ricette, e poi faceva quello che sapeva meglio fare per dire a ciascuno, a suo modo, tu per me sei speciale. A Gian Paolo, commercial­ista, 65 anni, le lasagne; a Gian Piero, 69 anni, avvocato, la torta al cioccolato; a Gian Luca, 59 anni, il figlio più piccolo che ha seguito le orme del padre in politica, arrivando a diventare, qualche anno fa ministro dell’Ambiente, la torta all’arancio. Un piatto per ogni figlio, da preparare nei momenti dei festeggiam­enti. Quel regalo che loro hanno chiesto e ricevuto fino a pochi anni fa. Le mani di Marisa hanno impastato, preparato, infornato per amore in ogni momento.

Ad aprire il cassetto dei ricordi, con la voce strozzata dal vuoto che una mamma, quando se ne va, lascia a ogni figlio, a qualunque età, è proprio Gian Luca. Il figlio a cui Marisa, negli ultimi anni, ripeteva continuame­nte di tornare a Bologna, di non stare troppo a Roma, perché era a Bologna la vera casa. Quella con la moglie e i figli. Quella con i fratelli. Quella con lei. Marisa non poteva concepire una vita lontana dalla famiglia, perché attorno alla famiglia, e dentro alla famiglia, aveva messo le sue radici più profonde. Prima con il marito, sposato che era ancora una ragazzina di 21 anni, poi con i figli e ancora dopo con le nuore: Silvia, la moglie di Gian Piero, Maria, la moglie di Gian Paolo e Cristina, la moglie di Gian Luca. Ci sono state anche loro, attorno alla tavola di Marisa e vicino al suo letto, come delle figlie. In mezzo, per tutta la vita, le vacanze ogni anno a Riccione, nel solito bagno per decenni insieme ai figli e ai nove nipoti, migliaia di partite di bridge con le amiche, gioie e dolori come ce ne sono, in misura variabile, nelle storie di tutti.

Amava e si faceva amare Marisa. Ma aveva un carattere forte, autoritari­o. Si faceva rispettare, lei che era il perno della casa di via Alberti. Diceva la sua e i figli la ascoltavan­o, non era mai un’opinione banale. Le bastava uno sguardo. Quello sguardo inconfondi­bile per i figli: a un certo punto li scrutava seria, con quei suoi occhi scuri, e tutti capivano che, qualunque cosa stessero facendo, era ora di smetterla. I suoi occhi: non li dimentiche­ranno mai i suoi occhi. E la sua eleganza. Il suo gusto innato per i bei vestiti. Era bella Marisa. Un sorriso aperto. E sì, gli occhi scuri e vivaci che si strizzavan­o un po’, quando rideva. Marisa se n’è andata e i suoi tre Gian erano lì a salutarla, da lontano, senza potersi abbracciar­e.

Apriva il libro azzurro dove scriveva le ricette e poi faceva quello che sapeva fare meglio Cucinare per lei era un modo per rendere speciali i tre figli: a ognuno il proprio piatto

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Insieme Marisa Fusco insieme al marito Gian Franco Galletti, padre dell’ex ministro Gian Luca, di Gian Piero e Gian Paolo
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