Gdf in campo contro il caro mascherine
Nelle farmacie
scrivono intanto i fedeli, condividendo privato e pubblico: «Lei ha protetto la nostra amata città per millenni e lo fa anche in questo momento molto delicato». Don Remo, che parla di messaggi «commoventi», ogni giorno lascia almeno un post per non spezzare quel filo in realtà sempre solidissimo tra la città e il Santuario, snodato senza strappi sotto al portico più amato.
Lui di San Luca è rettore da tre mesi, un tempo congruo non solo a cogliere il significato comunicativo di quei due chilometri in estrema ascesa, ma anche la stridente dicotomia tra la folla infinita di prima, col suo amore pieno, anche laico, e l’inevitabile deserto di oggi. «Un passaggio brusco tra caldo e freddo, luce e buio. Ma è un momento, passerà. Sì, il filo non si è mai spezzato, è qualcosa che la gente sente fortissimo. In questi giorni c’è stato anche chi ha sfidato i divieti, vi assicuro non sono i furbetti. Gli abbiamo detto che non si può, ci hanno risposto “non potevamo non venire a pregare in questi giorni a San Luca”». Lui alla via telematica ha sempre creduto. Una strada ancor più necessaria oggi.
L’arcivescovo, il cardinale Matteo Zuppi a inizio emergenza ha chiuso la novena di preghiera salendo sul Colle ed entrando nei supporti di migliaia di persone collegate su youtube. Oggi da Facebook a
Telegram si muove don Massimo D’Abrosca, parroco dei Santi Donnino e Sebastiano di Borgonuovo. Anche a San Giorgio di Piano don Luigi Gavagna condivide gli esercizi spirituali via web. YouTube, WhatsApp e telefono per i più anziani durante le messe di don Lino Civerra ad Alto Reno Terme. Aspettando di poter tornare in chiesa. «È un periodo di prova interiore, ci porta a conoscere meglio la nostra anima e chi c’è attorno a noi» di don Remo. «Un prepararsi al futuro. Noi ci stiamo attrezzando per una buona accoglienza, quando la gente ritornerà». È l’altro desiderio presente nel cuore di tutti. «Appena si potrà… tornerò da te», dalla Madonna, in quel Santuario che resta sinonimo di casa.
«Il filo con la Vergine non si è mai spezzato, tanti lasciano messaggi commoventi e c’è chi sfida i divieti. La processione? Decide il vescovo»
Mascherine introvabili, se non a prezzi esorbitanti. Tante segnalazioni in questi giorni sono arrivate anche alle Fiamme gialle bolognesi. Ieri mattina la Finanza ha fatto visita alla farmacia dei Servi di Strada Maggiore, dopo alcune segnalazioni. Tra queste, l’esposto del signor Luciano G., che ha lamentato di aver acquistato un mascherina modello KN95 (in tessuto non tessuto antinquinamento e antibatteri) a 12 euro. «Non voglio accusare nessuno — spiega — ma vorrei capire l’entità del sovrapprezzo, perché se fosse spropositato in questo momento di emergenza non sarebbe etico». Il controllo non avrebbe comunque rilevato irregolarità. «La Finanza ha fatto tutti i controlli sulle fatture e ha ritenuto il prezzo congruo — spiega Alessandro Mattu dell’Antica Farmacia dei Servi —, il problema è che i