I tunnel con la nebbia igienizzante «Così ho riconvertito la produzione»
L’idea dell’imprenditore ferrarese: prima li vendeva per gli stadi di calcio
È stata la nebbia, quella fitta, che avvolge tutto e che nel ferrarese si vede sempre di meno a illuminare Giulio Barbieri, imprenditore estense che esporta in oltre cento paesi i suoi gazebo, tende e tunnel, ed a convincerlo per una riconversione dettata dagli eventi della produzione. «Noi realizziamo tunnel apribili, quelli dei campi da calcio — dice Barbieri — e dieci giorni fa nel pieno dell’emergenza da coronavirus ho pensato ad una piccola modifica della struttura inserendo una pompa esterna e degli ugelli per far uscire una nebbia, si una nebbia igienizzante e sanificante che si depositi sulle cose e avvolga le persone».
Dall’idea alla pratica Barbieri, 50 dipendenti e 8 milioni di euro di fatturato, si è messo al lavoro, ha contattato i produttori di pompe nebulizzatrici, ha modificato la linea produttiva inserendo ugelli sul tetto, ha verificato sul mercato la presenza di prodotti igienizzanti naturali e certificati (ad esempio arpetenze gento e acido citrico), che però non fornisce, e ne ha montato uno in azienda, di prova, per sé e per i dipendenti. Gli ha dato anche un nome: “Sanitary Gate”. «È un tunnel che può essere montato davanti a scuole, ospedali, supermercati, università o fabbriche e mentre lo si attraversa, per pochi secondi nebulizza soluzione disinfettante su vestiti, scarpe e accessori senza bagnare. Satura l’ambiente, abbatte la contaminazione e come la nebbia, poi si dissolve». Barbieri ne ha pensata una versione anche più grande e totalmente chiusa che può servire per sanificare chimicamente, in pochi minuti ambulanze, automobili, merci o prodotti prima di essere riutilizzati. «In questo momento in cui la paura è padrona di tutti noi ho pensato a qualcosa che potesse tranquillizzare un pò le persone, ed in prospettiva, ho lavorato sul concetto di igiene naturale, che sarà il nostro futuro; ho messo a disposizione le mie comper aiutare la collettività riducendo la paura».
L’idea è piaciuta tanto che nel giro di pochi giorni, e ancora prima di entrare effettivamente in produzione, le richieste hanno riempito la mail aziendale. «Pensi che in queste ore mi è arrivato un bonifico dall’Ungheria. C’ho messo un pò a capire a cosa si riferissero quei soldi e poi ho scoperto che sono di un’azienda che vuole il tunnel da regalare ad un’università e mi ha pagato ancor prima di metterlo in produzione, incredibile.» Barbieri è pronto a partire, ha lasciato le altre linee produttive e si concentra su questa nuova struttura. «Quello che sta accadendo cambierà totalmente il nostro stile di vita ed i rapporti per i prossimi 10 o 15 anni. L’idea è nata dalla necessità di rendermi utile, perché una cosa ha valore solo quando viene condivisa, per me è sempre stato così».