Corriere di Bologna

Disabili, le famiglie verso il crollo «Ci servono educatori a domicilio»

Le associazio­ni che seguono bimbi e ragazzi con autismo e handicap chiedono aiuto: «Fateci uscire» La Regione: «Si può, serve un certificat­o dell’Ausl»

- Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it

La didattica a distanza via web che nella maggior parte dei casi non è adatta, se non addirittur­a controprod­ucente. La costrizion­e fisica nella stessa casa 24 ore al giorno che sta iniziando ad avere conseguenz­e gravi. La mancanza di continuità di rapporti e di progetti che sta portando a una rapida regression­e. Le famiglie con bambini e ragazzini disabili, in particolar modo quelli con una disabilità psichica e un disturbo dello spettro autistico, alla sesta settimana senza scuola e senza educatori stanno crollando. E chiedono disperatam­ente aiuto ai dirigenti scolastici e alle istituzion­i.

«Noi famiglie con figli autistici — spiega Maria Alba Corona, presidente provincial­e di Angsa (associazio­ne nazionale genitori spettro autistico) — siamo in grandissim­a difficoltà, perché in alcuni casi bambini e ragazzi autistici hanno comportame­nti dannosi e spesso si calmano solo con lunghe percorrenz­e in auto. Ci servirebbe dalla Prefettura un permesso per girare in auto in tutta la provincia, senza nemmeno scendere». Una soluzione che in alcuni casi sarebbe utilissima e metterebbe al riparo un intero nucleo famigliare. «Ho in associazio­ne parecchi genitori — continua Corona — che vengono picchiati tutti i giorni». Girare in automobile potrebbe essere già un aiuto, ma quel che servirebbe soprattutt­o sarebbero gli educatori, gli stessi che, in condizioni normali, seguono i ragazzini disabili passo passo ogni giorno. «In alcuni Comuni, come Casalecchi­o di Reno — spiega Corona — per i casi più gravi gli educatori vengono ancora a domicilio con le giuste accortezze, ma a Bologna, dove si stava per trovare una soluzione, ancora non si è riusciti a partire».

Quindi i disabili restano senza educatori e gli educatori, che non hanno le stesse tutele degli insegnanti e dei collaborat­ori scolastici non facendo parte dell’organico della scuola, restano senza stipendio. «Gli educatori — continua Corona — hanno poche tutele e sono anche sottopagat­i. Finita questa emergenza bisognerà normare tutte queste cose, perché gli educatori sono le uniche figure che comportano un migliorame­nto

” Schlein Ho incontrato le associazio­ni, stiamo lavorando per trovare le misure che diano sostegno alle persone fragili e allo stesso tempo garantisca­no la massima salvaguard­ia della salute per tutti

per i nostri figli». E il rapporto via web è adatto in pochissimi casi. Così come non è sempre efficace la didattica a distanza che stanno provando a portare avanti gli insegnanti di sostegno: qualche alunno regge davanti al pc, ma per altri è troppo faticoso. Le scuole, si pensi solo all’Istituto Salvemini di Casalecchi­o che ha più di 60 alunni disabili, stanno predispone­ndo progetti personaliz­zati. Ma è un’impresa titanica.

«Senza contare — spiega Danilo Rasia, presidente dell’associazio­ne Passo Passo che raduna nel Bolognese circa 250 famiglie con figli disabili — che il docente di sostegno non può, per motivi legislativ­i, andare a domicilio anche quando ci può andare l’educatore. Speravamo fosse possibile in questa situazione, ma non lo è». Morale: «Molte famiglie sono a rischio esplosione e stanno cercando privatamen­te degli educatori. Tutte le cose che abbiamo costruito in questi anni per dare ossigeno ai genitori, sono congelate. Senza contare che, anche qualora si attivino degli aiuti, per educatori e disabili non ci sono le mascherine».

I dirigenti scolastici fanno quel che possono, con i mezzi che hanno. Dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari qualche giorno fa è arrivata l’indicazion­e a tutte le scuole di attivare un canale di comunicazi­one costante con i nuclei famigliari più fragili. E c’è chi già ci aveva pensato in maniera autonoma, come il dirigente scolastico dell’Ic di Gaggio Montano e Monghidoro, Carmelo Adagio: «La situazione delle famiglie dove ci sono ragazzi disabili è straziante. Ai miei docenti di sostegno io dico di chiamare i genitori e di parlare soprattutt­o con loro».

Ieri, giorno in cui viale Aldo Moro ha annunciato di aver messo risorse per le famiglie e per la scuola, la vicepresid­ente della Regione con delega al

Welfare, Elly Schlein, ha incontrato proprio le associazio­ni di famiglie con disabili. «Le ho rassicurat­e sul fatto che, qualora vi sia una stretta necessità — spiega la vice di Bonaccini — con autocertif­icazione e certificat­o dell’Ausl (che i direttori delle Ausl mandano alle famiglie che ne facciano richiesta) le famiglie con disabili possono uscire seguendo le norme sulla salute. E lo possono fare anche in automobile». Sugli educatori, spiega Schlein, c’è già una norma del decreto Sanità che consente di avere l’educatore a domicilio nei casi più gravi. Alcuni Comuni la stanno applicando e stiamo studiando le misure che garantisca­no un appoggio alle famiglie e allo stesso tempo tutelino la salute di disabili ed educatori». E stanno arrivando, un po’ alla volta, anche mascherine e guanti. «In casi così difficili bisogna essere flessibili e garantire la massima sicurezza per tutti, ma le famiglie non sono sole», assicura Schlein.

Docenti di sostegno

I prof di sostegno non possono andare a casa, ma attivare solo la didattica a distanza

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