Disabili, le famiglie verso il crollo «Ci servono educatori a domicilio»
Le associazioni che seguono bimbi e ragazzi con autismo e handicap chiedono aiuto: «Fateci uscire» La Regione: «Si può, serve un certificato dell’Ausl»
La didattica a distanza via web che nella maggior parte dei casi non è adatta, se non addirittura controproducente. La costrizione fisica nella stessa casa 24 ore al giorno che sta iniziando ad avere conseguenze gravi. La mancanza di continuità di rapporti e di progetti che sta portando a una rapida regressione. Le famiglie con bambini e ragazzini disabili, in particolar modo quelli con una disabilità psichica e un disturbo dello spettro autistico, alla sesta settimana senza scuola e senza educatori stanno crollando. E chiedono disperatamente aiuto ai dirigenti scolastici e alle istituzioni.
«Noi famiglie con figli autistici — spiega Maria Alba Corona, presidente provinciale di Angsa (associazione nazionale genitori spettro autistico) — siamo in grandissima difficoltà, perché in alcuni casi bambini e ragazzi autistici hanno comportamenti dannosi e spesso si calmano solo con lunghe percorrenze in auto. Ci servirebbe dalla Prefettura un permesso per girare in auto in tutta la provincia, senza nemmeno scendere». Una soluzione che in alcuni casi sarebbe utilissima e metterebbe al riparo un intero nucleo famigliare. «Ho in associazione parecchi genitori — continua Corona — che vengono picchiati tutti i giorni». Girare in automobile potrebbe essere già un aiuto, ma quel che servirebbe soprattutto sarebbero gli educatori, gli stessi che, in condizioni normali, seguono i ragazzini disabili passo passo ogni giorno. «In alcuni Comuni, come Casalecchio di Reno — spiega Corona — per i casi più gravi gli educatori vengono ancora a domicilio con le giuste accortezze, ma a Bologna, dove si stava per trovare una soluzione, ancora non si è riusciti a partire».
Quindi i disabili restano senza educatori e gli educatori, che non hanno le stesse tutele degli insegnanti e dei collaboratori scolastici non facendo parte dell’organico della scuola, restano senza stipendio. «Gli educatori — continua Corona — hanno poche tutele e sono anche sottopagati. Finita questa emergenza bisognerà normare tutte queste cose, perché gli educatori sono le uniche figure che comportano un miglioramento
” Schlein Ho incontrato le associazioni, stiamo lavorando per trovare le misure che diano sostegno alle persone fragili e allo stesso tempo garantiscano la massima salvaguardia della salute per tutti
per i nostri figli». E il rapporto via web è adatto in pochissimi casi. Così come non è sempre efficace la didattica a distanza che stanno provando a portare avanti gli insegnanti di sostegno: qualche alunno regge davanti al pc, ma per altri è troppo faticoso. Le scuole, si pensi solo all’Istituto Salvemini di Casalecchio che ha più di 60 alunni disabili, stanno predisponendo progetti personalizzati. Ma è un’impresa titanica.
«Senza contare — spiega Danilo Rasia, presidente dell’associazione Passo Passo che raduna nel Bolognese circa 250 famiglie con figli disabili — che il docente di sostegno non può, per motivi legislativi, andare a domicilio anche quando ci può andare l’educatore. Speravamo fosse possibile in questa situazione, ma non lo è». Morale: «Molte famiglie sono a rischio esplosione e stanno cercando privatamente degli educatori. Tutte le cose che abbiamo costruito in questi anni per dare ossigeno ai genitori, sono congelate. Senza contare che, anche qualora si attivino degli aiuti, per educatori e disabili non ci sono le mascherine».
I dirigenti scolastici fanno quel che possono, con i mezzi che hanno. Dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari qualche giorno fa è arrivata l’indicazione a tutte le scuole di attivare un canale di comunicazione costante con i nuclei famigliari più fragili. E c’è chi già ci aveva pensato in maniera autonoma, come il dirigente scolastico dell’Ic di Gaggio Montano e Monghidoro, Carmelo Adagio: «La situazione delle famiglie dove ci sono ragazzi disabili è straziante. Ai miei docenti di sostegno io dico di chiamare i genitori e di parlare soprattutto con loro».
Ieri, giorno in cui viale Aldo Moro ha annunciato di aver messo risorse per le famiglie e per la scuola, la vicepresidente della Regione con delega al
Welfare, Elly Schlein, ha incontrato proprio le associazioni di famiglie con disabili. «Le ho rassicurate sul fatto che, qualora vi sia una stretta necessità — spiega la vice di Bonaccini — con autocertificazione e certificato dell’Ausl (che i direttori delle Ausl mandano alle famiglie che ne facciano richiesta) le famiglie con disabili possono uscire seguendo le norme sulla salute. E lo possono fare anche in automobile». Sugli educatori, spiega Schlein, c’è già una norma del decreto Sanità che consente di avere l’educatore a domicilio nei casi più gravi. Alcuni Comuni la stanno applicando e stiamo studiando le misure che garantiscano un appoggio alle famiglie e allo stesso tempo tutelino la salute di disabili ed educatori». E stanno arrivando, un po’ alla volta, anche mascherine e guanti. «In casi così difficili bisogna essere flessibili e garantire la massima sicurezza per tutti, ma le famiglie non sono sole», assicura Schlein.
Docenti di sostegno
I prof di sostegno non possono andare a casa, ma attivare solo la didattica a distanza