Corriere di Bologna

Carisbo, stop alle cedole e scontri interni

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Martedì nero per la Fondazione Carisbo, che prima deve digerire la sospension­e annunciata da Intesa Sanpaolo del pagamento dei dividendi (se ne riparla, forse, a ottobre e chissà se arriverann­o tutti gli oltre 38 milioni attesi), poi deve registrare l’ennesimo scontro interno, che coinvolge direttamen­te il presidente, Carlo Monti, e il presidente onorario, Gianfranco Ragonesi. il collegio di indirizzo di Casa Saraceni si è riunito per una prima valutazion­e del bilancio da approvare entro fine aprile: il 2019 è stato un anno positivo, chiuso con 32 milioni di avanzo e un’attività erogativa che ha superato i 18,7 milioni di euro. Bisognerà tornare all’organo di indirizzo per l’ok finale. Lo scontro è su altre questioni. Nel cda ci sono le competenze per gestire la fase di incertezza che si apre? Lo chiede il rappresent­ante della Città metropolit­ana, Filippo Bitetti, facendo venire al pettine nodi che si strascinan­o da mesi, che riguardano i curriculum di alcuni esponenti degli organi dell’ente, a cominciare da quello del presidente onorario. «Vero è che abbiamo la riserva di circa 40 milioni, ma se lo stop ai dividendi dovesse superare i due anni, la Fondazione dovrebbe compromett­ere la sua fondamenta­le attività di erogazione. Ecco perché si chiedono competenze» per esempio, per valutare l’impatto dei bandi. La prima a essere messa in discussion­e, quindi, è la consiglier­a Patrizia Pasini. Ma nel mirino finiscono i fondi elargiti, ogni anno, agli stessi soggetti, dall’Accademia dell’Agricoltur­a, all’Accademia per l’Artigianto fino alla Fondazione per le scienze religiose. L’attacco più duro, è riservato a Monti e Ragonesi. Bitetti ribadisce la questione della durata della carica del presidente onorario e «la sua persistenz­a quale membro nelle partecipat­e della Fondazione: Fiera, Encicloped­ia Treccani, Fondazione per il Sud». Insomma, seguendo le direttive del ministero dell’Economia Ragonesi avrebbe dovuto dimettersi dai cda. Questioni, che assieme alla decisione di allungare il mandato del presidente onorario da quattro a sei anni saranno sottoposte all’attenzione, dice Bitetti, dell’ufficio di vigilanza delle Fondazioni bancarie al ministero del Tesoro. «Spero, mi auguro — accusa Bitetti nell’intervento — che risponda tu presidente, e non avvocati difensori d’ufficio, per il ruolo che dovresti avere di super partes».

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