Legabasket, oggi il summit sul futuro
Le proposte
Nell’estate del 2010 Manuel Gavilan arrivò a Casteldebole a 19 anni come scommessa per il futuro all’interno dell’imponente campagna di calciomercato condotta da Carmine Longo. Il prodotto della cantera del Betis però collezionò soltanto una presenza in Coppa Italia seguita da una lunga serie di prestiti terminati nel 2014 con il suo ritorno in patria. Da luglio scorso l’attaccante gioca a Hong Kong con la maglia dell’Happy Valley e racconta la pandemia vista dalla regione autonoma cinese.
Com’è la situazione a Hong Kong?
«Non è allarmante come in Europa. Abbiamo circa 400 casi di positività ma quasi tutti importati dall’estero nel corso dell’ultima settimana. È questo il vero problema attualmente: chi è scappato in Europa all’inizio e ora sta tornando infettato dal virus. Il governo allora ha deciso di chiudere nuovamente tutto dopo le concessioni dell’ultimo mese. Personalmente però mi sento al sicuro: i cinesi sanno come superare l’emergenza perché purtroppo non è la prima volta che la affrontano (nel 2003 Hong Kong ha contato 299 decessi a causa della Sars, ndr)».
Quali misure sono state
Oggi si terrà una nuova assemblea di Legabasket, sempre in video conferenza. Con il campionato destinato a non riprendere in tempo per potersi concludere entro il 30 giugno, verrà esaminata la proposta della Virtus che vorrebbe avviare la nuova stagione ai primi di luglio. In questo modo si potrebbe terminare il campionato interrotto un mese fa, prima di avviare il nuovo. Intanto, mentre la Fiba ha annunciato che l’attuale Champions League si concluderà con una Final Eight in sede da definire fra il 30 settembre e il 4 ottobre, il segretario di stato americano Mike Pompeo ha suggerito ai cittadini statunitensi all’estero di fare rientro in patria immediatamente. adottate?
«Dal primo caso riscontrato, la città si è chiusa in casa: sono stati cancellati tutti gli eventi pubblici e vietati gli assembramenti con più di quattro persone. All’inizio per qualche giorno i supermercati erano affollati e si faceva fatica a trovare le mascherine ma non si è mai arrivati alle esasperazioni europee. Qui non c’è stato bisogno di ricorrere a particolari sanzioni: la popolazione locale ha compreso subito la gravità della situazione. Il calcio è stato sospeso a metà marzo».
Quando sono iniziati i primi contagi ha avuto paura?
«A gennaio quando tutto è cominciato onestamente io e mia moglie ci eravamo spaventati. Avevo anche chiesto al club il permesso di poter tornare in Spagna. La società però mi ha messo a disposizione tutto quello di cui potevo avere