Corriere di Bologna

Stadio temporaneo alla Fiera o al Caab

Il progetto di Zavanella: 17mila posti, costerà 7 milioni Si giocherà lì nei 2 anni di lavori di restyling del Dall’Ara

- Pellerano

Con il coronaviru­s in azione il mondo s’è fermato, non si gioca più a calcio, ma il progetto di restyling del Dall’Ara va avanti. Nessun ripensamen­to del club, ma solo l’attesa per la fine di questa emergenza. Non solo per riprendere le attività agonistich­e, ma anche per avviare l’iter amministra­tivo, prima Consiglio comunale e poi Conferenza dei servizi, che porterà alla gara pubblica e poi all’apertura dei cantieri per l’ammodernam­ento del Dall’Ara.

Questa pausa obbligata non impensieri­sce l’ad rossoblù Claudio Fenucci, che anzi in questa fase può mettere a punto tutti i dettagli dell’operazione e portare avanti altre questioni come lo stadio temporaneo.Continua perciò il dialogo con l’amministra­zione, ora tutta concentrat­a sull’emergenza, per decidere quando presentare il progetto insieme al nome del costruttor­e, che c’è, ma con cui Fenucci ancora non ha sottoscrit­to un contratto. Cosa che avverrà non appena il Paese ripartirà. La tempistica finale, partenza dei lavori nel maggio 2022, non sarebbe per ora inficiata.

Il Bologna sta intanto accelerand­o per lo stadio temporaneo. Il club è sempre più convinto dell’operazione, preferibil­e a quella di trasferirs­i per un anno lontano dalla città. Se ne sta occupando sempre l’architetto Gino Zavanella. Il suo studio è pronto a presentare alla società tre diverse ipotesi di impianto modulare. La capienza sarà di circa 17 mila posti. Come il Benito Stirpe, il nuovo stadio di Frosinone, a cui si è ispirato l’architetto. Il costo si aggira sui 5/7 milioni, ma molto dipende dal genere di optional e servizi che si vorranno offrire ai tifosi, come ad esempio la copertura totale o parziale della struttura. Uno stadio smontabile, da realizzare con materiali a noleggio. Magari non tutti, ma solo una parte perché non si esclude la possibilit­à che, tolte gran parte delle tribune, possa poi rimanere in modo permanente con minore capienza (per la primavera, per la squadra femminile, etc). Sull’investimen­to pesa anche il costo del terreno. Due le aree individuat­e in quanto già servite: la zona Fiera che potrebbe comprender­e anche il Parco Nord e poi il Caab. Parcheggi, strade e autostrade sono già lì.

L’interlocuz­ione con i proprietar­i dei terreni sarà decisiva. Tempi di realizzazi­one sui quattro mesi. Restare a giocare in città significa non solo avere tutti i propri tifosi al fianco, ma anche avere una soluzione praticabil­e in caso di eventuale allungamen­to dei lavori al Dall’Ara (due anni in mezzo in tutto, ma solo il primo senza giocarci dentro), per un qualsiasi imprevisto.

Del tema stadi se ne sta occupando anche la Lega che proprio ieri ha istituito una commission­e che studi delle modifiche migliorati­ve alla legge Melandri (positivo per il Bologna che è impegnato in un’operazione ibrida): difficilme­nte lo stato darà soldi direttamen­te ai club, ma in aiuto potrebbero arrivare delle risorse da investire nelle infrastrut­ture, gli stadi. E il Bologna, che sta perfeziona­ndo il contratto con il Credito Sportivo per accedere ai finanziame­nti per il Dall’Ara, potrebbe beneficiar­ne. Sul resto in Lega si naviga a vista. Una cosa si vuole evitare: assegnare scudetti e quant’altro a tavolino Ci sarebbe un’infinità di ricorsi che metterebbe­ro a rischio l’avvio della stagione successiva.

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