Corriere di Bologna

Incubo People mover E ora chi lo userà?

Marconi Express dovrà «rifare» i conti. E il biglietto potrebbe aumentare

- Rosano

L’ultima data prevista per l’avvio è passata e con il blocco dell’Italia il People mover resta congelato. E con il crollo dei voli Marconi Express vuole rimettere mano al piano economico-finanziari­o.

Il People mover non è nato sotto una buona stella, ma il blocco dell’Italia per il coronaviru­s è stato il masso arrivato alla fine di una serie di sfortunati eventi che hanno scandito la genesi della monorotaia stazione-aeroporto. Gli ultimi, in piena emergenza nazionale, rischiano quasi di passare inosservat­i. Per esempio il fatto che il pre-esercizio di due settimane non sia stato fatto «rispettand­o tutti i requisiti richiesti a livello ministeria­le», sottolinea l’assessore bolognese alla Mobilità, Claudio Mazzanti. Dunque bisognerà rifare anche quello quando l’opera sarà pronta per partire. Già, ma quando?

Poco prima che finisse febbraio, quando l’ennesima data di avvio (il 7 marzo) era saltata, Marconi Express aveva scritto indicato in un documento inviato al Comune il primo aprile come «data di inizio operativit­à prevista». Nel frattempo c’è stata una pandemia, l’Italia si è praticamen­te fermata e, con lei, anche il People mover. Difficile, in un momento di incertezza per l’intero Paese, dire ovviamente quando ripartirà. Con l’ultimo decreto del governo, ha sottolinea­to ieri con question time l’assessore Mazzanti, «si sono interrotte tutte

Mazzanti

Prima voglio un mezzo che possa funzionare, poi discuterem­o del resto

le attività». Difficile che andasse diversamen­te, visto che all’ultimo miglio del People mover stavano lavorando anche una ditta svizzera e un gruppi di tecnici di Brescia: fermi loro, fermo tutto. Al momento dunque «non è possibile pianificar­e una data di avvio dell’esercizio», che potrà essere indicata di nuovo solo quando il governo rimettere in moto l’Italia dopo il lockdown.

Ma la vera domanda, più che l’ennesima data di inaugurazi­one da fissare sul calendario incrociand­o le dita, riguarda quello che accadrà al People mover nel mondo del dopo coronaviru­s. Quello in cui per mesi, se non per anni, voleranno meno aerei passeggeri, la gente si sposterà meno e il turismo mordi e fuggi di Ryanair tornerà ai livelli pre boom. La preoccupaz­ione di Marconi Express, su questo fronte, è palpabile. I tecnici del concession­ario, che ha realizzato e gestirà per il Comurichie­ste ne la monorotaia rapida stazione-aeroporto, stanno studiando report e prospettiv­e del traffico aereo futuro per capire quanto sarà discendent­e la dinamica del mercato. «È chiaro che il piano economico finanziari­o dell’opera andrà rivisto, ci sarà una discussion­e da fare con il Comune», spiegano da Marconi Express. Dunque presto torneranno sul tavolo questioni spinose come l’aumento del biglietto, già ipotizzato mesi fa dal concession­ario, da 8,7 euro a 9,5 euro. Se non addirittur­a di più, visti i tempi.

«Se Marconi Express pone un problema lo affrontere­mo per quello che è, ma parlarne ora è prematuro», mette la mani avanti l’assessore alla Mobilità. «Oggi — insiste Mazzanti — il mio problema è chiudere la partita della funzionali­tà e avere un mezzo che possa lavorare». Anche per questo, nelle scorse settimane, Palazzo d’Accursio ha affidato una consulenza esterna da 46 mila euro per verificare l’affidabili­tà del sistema. Un’incarico che non poteva che essere esterno, ha sottolinea­to ieri l’assessore rispondend­o alla critiche delle opposizion­i, visto che l’amministra­zione «non aveva al suo interno profession­alità di questo tipo».

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Il destino del People mover è indissolub­ilmente legato al calo di passeggeri sullo scalo bolognese
Monorotaia Il destino del People mover è indissolub­ilmente legato al calo di passeggeri sullo scalo bolognese
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