Venturi contro Borrelli «Basta opinioni da bar»
Critiche alle esternazioni del capo della Protezione civile sul protrarsi del fermo. In serata il premier Conte chiede collaborazione alle Regioni Il commissario: «Chiusi fino al Primo Maggio? Frasi che non aiutano»
«L’Emilia-Romagna nella sanità ha spesso dettato la linea a livello nazionale, raramente ho visto fare il contrario. Se qualcuno immagina di centralizzare di nuovo le funzioni della Salute allo Stato pensiamoci bene. Alcune regioni ci guadagnerebbero, altre meno». La rivendicazione di un modello nelle tensioni e le polemiche che ormai viaggiano senza troppi veli sulla linea Bologna-Roma. Portando a uno strappo rumoroso.
Il commissario regionale per l’emergenza coronavirus, Sergio Venturi, rinnovato proprio ieri fino al 31 luglio, attacca sia chi utilizza l’epidemia Covid-19 per proporre una riforma del sistema sanitario — non ultimo il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, in uno schieramento che era stato inaugurato dal premier Conte, il quale ieri ha però chiesto collaborazione alle Regioni — ma soprattutto le «opinioni in libertà» del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che durante la trasmissione radiofonica Radio Anch’io ha parlato della «necessità di rimanere chiusi in casa fino all’1 maggio e l’avvio di una fase 2 dal 16».
Parole che non sono piaciute a Venturi «perché non si può assistere a continui exploit o a dover continuare a parare chi autorizza le passeggiate e poi dice che fino maggio non si potrà uscire, è una cosa che non si può accettare». Che tra le regioni più colpite dal virus e il governo centrale qualcosa non stia funzionando è palese, anche se finora il governatore dell’EmiliaRomagna, Stefano Bonaccini, ha giocato più la partita della moderazione e della mediazione. L’avvio dei test sierologici
L’Emilia-Romagna nella sanità ha spesso dettato la linea a livello nazionale, raramente ho visto fare il contrario
(sempre ieri il via libero del ministero della Salute ma solo ai test molecolari veloci, ovvero i cosiddetti tamponi rapidi) ha comunque inasprito i rapporti tra Roma e le periferie, con duri richiami come quello lanciato l’altra sera da Walter Ricciardi, membro italiano dell’Oms e consulente del ministero, che a Porta a Porta ha sottolineato che la confusione nell’utilizzo dei test «è dovuto al fatto che dal 2001 la competenza della Sanità è delle Regioni e non più dello Stato».
Ma Sandra Zampa, sottosegretario alla Sanità, fa scudo: «L’Emilia-Romagna si è mosLa sa bene perché prevede questi test solo sul personale sanitario e in prospettiva su campioni di popolazione, senza fare passi ulteriori come hanno fatto altri, perché in questa fase è imprudente parlare di patenti di immunità o usi ad ampia scala».
Sulla «serietà che abbiamo sempre dimostrato e della quale andiamo fieri» a Venturi non sono andate giù altre esternazioni arrivate da Roma. «Dalla legge Basaglia alla 194, fino alla riforma sanitaria, i vaccini e le liste d’attesa siamo stati all’avanguardia — osserva piccato il commissario —. Lo stiamo facendo anche con i sierologici, nessuno è partito come noi, se possiamo essere d’esempio anche questa volta ci farà piacere». Sulle parole di Orlando la Zampa osserva «che non è questo il momento, con questo clima di tensione, di affrontare l’argomento della competenza sanitaria».
Ma su quanto detto da Borrelli, nella sua diretta giornaliera Venturi ha rincarato la dose: «Se i bar fossero aperti queste opinioni si potrebbero esprimere lì. Diteci cosa avete in mente dopo aver ascoltato le evidenze scientifiche perché altrimenti si tratta di opinioni personali. E poi confrontatevi con le regioni. Mettete a lavorare qualche saggio. Ma in una fase così dura e delicata, soprattutto in alcune regioni, sentirsi dire quando finirà l’emergenza non è bello. Perché anche noi siamo al lavoro con grandi aziende per capire come poter garantire la loro riapertura senza correre rischi. Ma non lo diciamo tutti i giorni in qualche diretta».