Live in casa e figlio con i nonni «Così risuoniamo gli standard»
Una voce, una tromba, possibili incursioni al pianoforte. Un live casalingo, con un figlio di 4 anni che lasceranno alla nonna fortunatamente vicina di casa. Scorrono così ormai molte vite dei musicisti in isolamento. Quelle di Diego Frabetti e Chiara Pancaldi non fanno eccezione. Si fa con quel che si ha. E non tutto viene per nuocere. Diego Frabetti e Chiara Pancaldi, coppia d’arte e di fatto, ne sono convinti. Questa sera sono di scena per un altro live nell’ambito della Maratona del Jazz, l’iniziativa online nata all’interno del ciclo Jazz a Domicilio, la serie di concerti in streaming ideata a organizzata da Bologna Jazz Festival e Camera Jazz & Music Club per sostenere la campagna regionale di raccolta fondi per l’emergenza sanitaria (ore 22.30. Pagina Facebook del Bologna Jazz Festival, le pagine social della Regione e su Lepida Tv).
Diego Frabetti, Chiara Pancaldi, come vivete questi giorni?
«Da confinati in casa, ma fortunatamente un musicista non sta mai fermo. Certo, i concerti non se ne fanno, però si pensa musica, si studia musica, si parla di musica. Prendiamolo come un periodo di studio aggiunto e approfondito», dice Diego.
E aggiunge Chiara: «In realtà il mio stop è dovuto anche al fatto che sono al nono mese di gravidanza. Sto recuperando le mie lezioni al Conservatorio,
” Senza concerti Si pensa musica, si studia musica, si parla di musica. È come se fosse un periodo di studio
Ad esempio, Chiara?
«Il lato positivo nel negativo è che sono emerse alcune carenze. Su tutti, i tagli alla Sanità e il precariato di tante fasce di lavoratori. Noi dello spettacolo, ad esempio, saremo gli ultimi a ricominciare. Non sappiamo quando, come, in che condizioni».
Diego, anche lei pensa che andremo verso una diversa normalità?
«Sicuramente, e questo periodo dà una ridimensionata a tutto, ti fa vedere le cose che realmente ti servono. Sembra scontato che la realtà sia ricca di tante cose ma poi quando devi far diversamente, noti che tante cose non ti mancano. Io continuo a suonare tutto il giorno. Le cose fondamentali forse sono meno di quelle che pensavamo».
Avete anche un bimbo piccolo: una difficoltà o un’occasione?
«Diciamo che la dimensione psicologica è da tenere più in considerazione. La gestione dei bambini in età prescolare è più complicata perché stanno subendo un vero trauma».
Cosa ci dite invece del vostro live?
«Riprenderemo gli standard: si prestano meglio a questa situazione rispetto ai nostri ultimi progetti».