I presidi contrari alla promozione di massa «Messaggio sbagliato»
I dirigenti bocciano la decisione del governo di un via libera per tutti. «Vanificati i nostri sforzi per la didattica online, tanti studenti ormai già non si collegano più»
Non solo la Maturità «light», è più che altro la proposta del ministero di passare al «tutti promossi» che fa storcere il naso ai dirigenti degli istituti superiori. Soprattutto perché, dopo l’imperativo di dar seguito alla didattica a distanza, in tutti gli istituti presidi e docenti si sono adoperati per far funzionare la scuola al 100 per cento, nonostante le lezioni via web e i compiti sul registro elettronico. «Promuovere tutti è un errore e dà un messaggio sbagliato, oltre che demotivare alunni e prof da qui a giugno», dicono.
Un esame di Maturità «light». E una linea soft che prevede di promuovere tutti gli studenti: chi alle superiori ha dei debiti da recuperare, lo farà all’inzio di settembre. La strada scelta dal governo per la fine di quest’anno scolastico fa storcere il naso ai presidi che nelle ultime settimane hanno fatto in modo che la didattica a distanza resa obbligatorio dallo stesso ministero decollasse e diventasse efficace, anche se con caratteristiche diverse, a quella in classe.
«Se abbiamo lavorato seriamente in questo periodo — chiede il presidente dell’istituto Salvemini Carlo Braga — perché non è possibile valutare lo studente con serietà e trasparenza? La promozione d’ufficio è una picconata alla professionalità dei docenti e gli studenti meritevoli saranno penalizzati. È come se tutto quello che stiamo facendo, con grande sforzo e abnegazione, sia sostanzialmente inutile». E il rischio è che prof e studenti adesso si demotivino e mollino il colpo.
«Dire che saranno tutti promossi — dice la preside del liceo Galvani, Giovanna Cantile — vuol dire togliere le aspettative dei ragazzi e disimpegnarli, ma non va bene nemmeno per i docenti. Il momento è difficile e stiamo cercando di arrivare a tutti gli alunni, uno per uno, tenendo conto delle problematiche. Ma proprio per questo non si può poi appiattire tutti sulla promozione. Ai ragazzi che hanno dimostrato il senso del dovere in questi anni, non possiamo dire che saranno tutti uguali. Questa eventualità del tutti promossi mi ha lasciata davvero perplessa».
Non entra nel merito delle decisioni del governo prima che vengano comunicate ufficialmente alle scuole la preside del Pier Crescenzi-Pacinotti-Sirani, Alessandra Francucci. Ma le notizie circolate negli ultimi giorni «hanno fatto registrare subito un calo dei ragazzi che si collegano e un arretramento nella partecipazione alla didattica online». Francucci ci tiene a sottolineare: «I miei studenti sanno che l’attività di questo periodo sarà valutata, nell’ottica di dare valore a ciò che stanno facendo, considerando il contesto attuale». Una decisione presa dal collegio dei docenti: «Il collegio docenti ha definito pienamente legittima ogni valutazione data anche in questo periodo. È dunque fondamentale che tutti gli studenti eseguano gli esercizi, seguano le lezioni online e siano disponibili a farsi interrogare, forse questa sarà la modalità che ci accompagnerà fino al termine delle lezioni», ha scritto la preside in una lettera a famiglie e alunni messa sul sito della scuola.
Che le modalità di valutazione debbano essere modulate alla situazione lo pensa anche la preside del Minghetti, Roberta Fantinato. «Ma voglio che tutti i ragazzi — dice — continuino a lavorare con serietà anche adesso. La didattica a distanza ha aiutato i ragazzi a responsabilizzarsi, confido continueranno a farlo. Anche in questa situazione vogliamo che emerga chi ha dato molto e chi ha dato meno. Le famiglie con gli alunni più in difficoltà le sto convocando su Google Meet per capire cosa succede e cosa fare».
Mauro Borsarini, preside dell’Iis Archimede di San Giovanni in Persiceto, spiega che «finora anche da noi è stata fatta scuola a tutti gli effetti e con grande passione da parte dei docenti. Dare valore a quel che facciano significa anche valutare: chi non si impegna e non lavora, al momento ha una valutazione negativa». E non ha dubbi nemmeno il preside del Fermi Fulvio Buonomo: «Stiamo dicendo di prendere seriamente la didattica online, perché i docenti non stanno lavorando per far fare qualcosa agli studenti, ma stanno dando il massimo per dar loro delle competenze. Terremo conto delle difficoltà emerse e le aggiusteremo man mano, ma nella prospettiva di dare conclusione a un anno scolastico che sia effettivamente tale, non un riempitivo».