Corriere di Bologna

Fase 2, ecco la via emiliana

Intervista all’assessore Colla: superare il sistema attuale, la ripresa non va lasciata in mano ai prefetti

- Testa

«La ripresa non va lasciata in mano ai prefetti». L’assessore regionale allo Sviluppo Economico e al Lavoro chiede una svolta sulla fase 2. E convoca sindacati e imprese.

Ancora una volta l’EmiliaRoma­gna proverà a essere esempio e pungolo per il governo. Palazzo Chigi ha tracciato la road map di massima della fase 2 e il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, assicura che viene prima la salute degli italiani e che non ci sono Regioni che hanno chiesto di ripartire prima di altre. Una risposta alle Confindust­rie del Nord che ieri avevano fatto sentire la loro voce per chiedere di fare in fretta.

L’assessore regionale allo Sviluppo economico e al Lavoro, Vincenzo Colla, ieri in videoconfe­renza con il governo assieme al presidente Bonaccini, si prepara a convocare il Tavolo del Patto per il lavoro. L’assise in cui dal 2015 Viale Aldo Moro, istituzion­i, università, imprendito­ri e sindacati, si confrontan­o per favorire la crescita e la buona occupazion­e si concentrer­à sulle modalità di convivenza con il coronaviru­s. E lo farà già questo fine settimana o entro l’inizio della prossima, in contempora­nea con la cabina di regia nazionale.

Assessore, dovremo imparare a convivere con il coronaviru­s. Le Confindust­rie di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte scalpitano e vogliono riaprire le imprese subito, ma Palazzo Chigi indica un percorso graduale. L’Emilia-Romagna ha già un suo calendario per rimettersi in pista?

«Aspettiamo il perimetro che ci indicherà il governo. Questo è un passaggio delicato, serve una regia nazionale. Ogni decisione deve essere presa come sistema Paese».

Quale sarà il ruolo delle Regioni?

«Le Regioni andranno ascoltate. Questa operazione keynesiana non può essere svolta a metà. Deve poggiare sulla messa in sicurezza sanitaria e sulla graduale ripresa delle attività. Sulla sicurezza si deve fare un salto di qualità. Il modello dei Dpcm deve essere rinnovato: servono nuove regole, una nuova narrazione, si devono abbandonar­e i codici Ateco (attività essenziali, ndr). La ripresa non può essere lasciata in mano ai prefetti, al sistema delle deroghe».

I sindacati hanno denunciato la prassi del silenzio assenso che ha portato al proseguime­nto anche di attività che non rientravan­o nei codici Ateco...

«Quei paradossi nella fase 2 andranno governati. Mi sono speso personalme­nte per imprese che non erano riconosciu­te fra le attività essenziali ma che erano nella filiera del medicale in quanto fornitori indispensa­bili».

L’Emilia-Romagna si è mossa spesso in anticipo. Sarà così anche stavolta?

«La messa in sicurezza è diventata la nostra nuova filiera strategica, il nuovo cluster. Idee innovative e pilota come il Tavolo sulla sicurezza avviato da Comune e Città metropolit­ana di Bologna andrebbero replicati ovunque. Come Regione siamo disponibil­i a investire 1,5 milioni per ogni tavolo sulla sicurezza che si insedierà. A questa cifra aggiungere­mo circa 500 milioni per innovazion­e e nuove tecnologie. I protocolli di settore a cui si sta lavorando e che saranno convocati dopo Pasqua dovrebbero essere uguali in tutto il Paese».

Come funzionera­nno?

«Il vicesindac­o metropolit­ano Fausto Tinti sta stilando una lista di tecnici esperti che contribuir­anno alla stesura dei nuovi piani di sicurezza. Ogni filiera avrà il suo protocollo e per ogni settore saranno definite le modalità di protezione dei lavoratori»

La Ferrari ha messo a punto

” Ogni filiera avrà il suo protocollo e per ogni settore saranno definite le modalità di protezione dei lavoratori Ci lavorano die tecnici

una app e un sistema di screening dei lavoratori. Anche iniziative del genere devono essere imitate dal resto di Italia?

«Dietro queste iniziative ci sono accordi sindacali. La priorità è la sicurezza di chi lavora. Se ci saranno operazioni di tracciamen­to, dovranno essere pubbliche e in capo al ministero della Salute. Ogni azienda non può fare la sua singola app, bisogna pensare in grande. Davanti abbiamo un foglio bianco tutto da riscrivere».

Non si rischia di andare contro le leggi della privacy e di creare un precedente per quando l’epidemia sarà alle spalle?

«Siamo in un momento straordina­rio di emergenza nazionale. Le regole del tracciamen­to devono valere solo durante la fase emergenzia­le. Quando si tornerà alla normalità, si tornerà anche alla normalità della privacy. Se non progettiam­o la tenuta con la massima sicurezza, il Paese non ce la farà».

Quali saranno le altre filiere strategich­e della regione?

«La forza di questa regione straordina­ria è la qualità delle relazioni e la sua enorme ca

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Ex Cgil Vincenzo Colla è assessore a Lavoro e Sviluppo economico della Regione

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