ORA SERVE CAMBIARE PASSO
Ci sarà, speriamo a breve, una fase 2 anche per la sanità. Una fase nella quale si potrà far tesoro degli errori senza procedere a processi sommari perché di fronte a questo imprevedibile virus era impossibile non farne.
La semplice protezione non è stata organizzata e la vigilanza è del tutto mancata. Di qui una domanda: com’è organizzata l’assistenza sanitaria e la sicurezza in queste strutture? Stiamo parlando di 7.760 persone della terza e quarta età ospitate in 292 strutture, in maggioranza accreditate dal servizio sociosanitario regionale e non poche ubicate nella città metropolitana di Bologna. Le istituzioni pubbliche hanno il potere di autorizzare le strutture, secondo criteri logistici e ambientali ben definiti. Ed eventualmente accreditarle se rispondono a dettagliati parametri di qualità assistenziale. Tali istituzioni sarebbero tenute, inoltre, a verificare il rispetto delle norme, a sorvegliare l’efficacia delle prestazioni e a controllare il buon funzionamento delle strutture sia accreditate sia no. Si ha l’impressione che alla facile autorizzazione e convenzione non faccia seguito un severo controllo o una saltuaria verifica. C’è voluto il richiamo del cardinale Zuppi alla classe politica e la sua esortazione a fare di più e meglio. Il Cardinale ha espresso con severe parole la sua contrarietà ad una logica di abbandono degli anziani, e la necessità di meno case di riposo e di più case famiglia. Va detto che l’abbandono riguarda anche le persone che operano nelle case protette, gli addetti ai servizi, che sotto organico e mal pagati hanno continuato a fornire l’assistenza senza alcuna protezione. I tamponi, le mascherine, i camici, i test sierologici e quant’altro non sono arrivati in queste strutture. Tanta noncuranza chiama in causa chi organizza e gestisce questi servizi, sia che si tratti del pubblico sia che si tratti del privato. Queste inefficienze hanno portato Zuppi a sollecitare una logica diversa da quella finora seguita. Va tenuto saldo, secondo il Cardinale, il principio che il diritto alla salute non va legato all’età, perché a tutti, in tutte le condizioni di malattia va garantito il diritto al migliore trattamento possibile. Se questo è un punto fermo e inalienabile, viene da chiedersi; il sistema di welfare metropolitano che è stato finora costruito è pienamente rispondente? O continua a dominare, sotto vesti falsamente di democrazia sociale, il criterio economicistico? La classe politica dovrebbe sapere che ragionare in termini di fatto utilitaristici si finisce per autorizzare un privato speculativo e convenzionare un imprenditore esclusivamente interessato al profit.