«Noi sulla strada giusta Tanti resteranno qui»
Virtus, Djordjevic: peccato non giocare il derby al PalaDozza
«Eravamo sulla strada giusta, peccato». Sasha Djordjevic ha diretto la Virtus per la prima volta il 13 marzo 2019 nella partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro Le Mans e lo stop per l’emergenza coronavirus non gli ha consentito di festeggiare il primo compleanno sulla panchina bianconera, visto che lo stop è arrivato con la partita del 5 marzo contro il Darussafaka nello spareggio della Top 16 di Eurocup sul neutro di Belgrado. Meno di un anno di Virtus, spalmato su due stagioni, nel quale ha lasciato il segno.
La vittoria in Champions League a nobilitare la scorsa annata, poi il primo posto in campionato e la qualificazione ai playoff di Eurocup a griffare questa prima parte di stagione con una squadra costruita a sua immagine e somiglianza. «È stata una stagione molto positiva in campionato, siamo stati primi dall’inizio e avevamo preso una direzione abbastanza precisa, si è visto cosa volevamo fare — spiega il tecnico serbo della Virtus a Radio Bologna Uno —. Contavamo di andare lontano nei playoff per raggiungere il mio obiettivo personale: giocare le finali per puntare ai titoli. Sembrava uno di quegli anni, anche se non si può dire cosa sarebbe successo più avanti. Avevamo creato una grande chimica di squadra che ha lasciato un’impronta forte, con una società molto gasata verso obiettivi che sono un dovere se porti questo nome».
Djordjevic è un uomo ancorato al presente, la parentesi sportiva si inserisce in una realtà molto chiara e martedì ha portato alla sospensione del campionato: «Viviamo un momento tragico, sono molto realista. Il primo pensiero è per chi soffre, i numeri che sentiamo ogni giorno sono una realtà dura da digerire. La stagione si è fermata, non spetta a me dire se giustamente o no. In questo momento non si può giocare, è chiaro, più avanti perché no se i contagi calassero. La situazione è diversa da Paese a Paese, quando in Italia si risolverà la situazione non è detto lo sarà anche altrove».
Sul piano sportivo restano negli occhi tante partite di questa stagione, impossibile sceglierne una: «Facile rispondere stando a Bologna, le vittorie alla Fiera sono state molto belle ma anche quelle fuori casa tipo Monaco. Mi sarebbe piaciuto, nel girone di ritorno, giocare in città storiche come Milano, Varese o in casa della Fortitudo. I ricordi migliori sono però gli allenamenti di giocatori che hanno subito creduto nel lavoro».
Con otto uomini sotto contratto, reduci da questa stagione, non è impossibile pensare di rivedere molte facce note l’anno prossimo: «Intanto quest’anno non è finito: se Eurolega decide di continuare dobbiamo farci trovare pronti. Sono molto legato a questi giocatori, vorrei continuare con questo gruppo, ho creduto in loro fin dal primo allenamento, li abbiamo scelti con contratti pluriennali grazie all’investimento del nostro proprietario cercando qualcosa di duraturo, penso che in tanti potrebbero continuare l’anno prossimo».
” Sembrava uno di quegli anni ma non si sa come sarebbe finita
Se Eurolega decide di andare avanti dobbiamo essere pronti