Parola agli allenatori «È finita così sul più bello Chissà come si ripartirà»
Fortitudo, Martino: i ricordi migliori? Venezia, Milano e Brescia
Antimo Martino, la stagione della sua Fortitudo è finita il 7 aprile. Sensazioni?
«Era nell’aria, lo sapevamo tutti. Ma per quanto fossi pronto, sapere ufficialmente che il campionato è finito mi ha messo molta amarezza. È passato giusto un mese dall’ultima volta che ho visto i ragazzi di persona, il sabato prima della trasferta di Brescia, 7 marzo. Quella sera ci siamo lasciati parlando di basket, nessuno poteva immaginare che da lì in avanti ognuno sarebbe rimasto a casa sua».
Non ha potuto fare nemmeno il discorso di fine stagione alla squadra.
«Col presidente abbiamo pensato che fosse giusto farlo lo stesso, online. Organizzeremo una chiamata collettiva, a un orario in cui possano partecipare anche quelli che sono già in America. Giusto salutare e ringraziare tutti».
Come vi lascerete?
«Con la certezza di aver fatto una stagione bellissima, ma anche col dispiacere di vederla troncare così, sul più bello. Stava arrivano uno dei periodi più intensi, la corsa ai playoff: resterà la curiosità di sapere come
” Il discorso di fine anno lo faremo online a un’ora che vada bene per tutti
Stagione bellissima Resta il dubbio di come sarebbe finita
sarebbe finita».
La sua quarantena?
«Ho la famiglia con me e tante cose da fare. Con alcuni colleghi abbiamo iniziato a fare una sorta di clinic online, su argomenti tecnici vari, vedo partite di altri campionati. Anche io non vedo l’ora di uscire per qualcosa che non sia fare la spesa, ma ho pazienza: i problemi veri sono ben altri».
Tra questa stagione e la prossima passeranno molti mesi. Come ci si organizza?
«Non ci sono precedenti, e non abbiamo nemmeno una vaga idea dei tempi: impossibile regolarsi. Non possiamo far altro che dare il rompete le righe, cosa che avevamo già fatto con gli americani che comprensibilmente sono voluti andare a casa: di questi tempi giusto considerare prima l’aspetto umano. Poi vedremo come ripartire. Sarà un problema, ma ci adeguiamo: oggi ci sono altre priorità».
Si dice che il basket debba cogliere l’occasione per rinnovarsi. Opinioni?
«Capisco chi parla di selezione naturale dei club, ma penso che debba esserci un coordinamento dall’alto. Non solo della serie A, ma di tutto il sistema: in A2 ci sono troppe squadre, per me dovrebbe tornare a un girone solo, come la B che ha 64 squadre e 4 gironi, una follia. Poi lo so che ci saranno società penalizzate, penso alla mia amata Ravenna che stava dominando il suo girone, però credo sia il momento di ragionare per un obiettivo comune, pensando prima al miglioramento del prodotto tecnico, allo sviluppo dei giocatori giovani, che al rischio di contenziosi legali. Vorrei che parlassero di più quelli che stanno sul campo e un po’ meno gli avvocati».
Dei tanti bei momenti della stagione, quale sceglie?
«Tre partite su tutte. La vittoria con Venezia, perché era la prima in casa in A dopo dieci anni, e contro i campioni d’Italia. Quella con Milano, per il prestigio dell’avversaria, i grandi nomi, Messina, Scola, Rodriguez. E quella con Brescia alla Final Eight, perché già essere lì era un bel premio, e in più passare il turno è stato bellissimo. Per me sono alla pari, se si deve sceglierne una lo lascio fare ai tifosi».