L’app Immuni sarà testata sui dipendenti della Ferrari
L’applicazione scelta a livello nazionale servirà per tracciare a ritroso i contatti dei contagiati. Il Cavallino: non avremo accesso ai dati personali
Il progetto per affrontare la fase 2 la casa automobilistica del Cavallino lo aveva presentato a inizio aprile. E ora quell’idea innovativa sarà uno dei modelli da cui il governo nazionale partirà per cominciare a riportare alla normalità l’Italia. Al centro del piano «Back on Track», c’è una app, dall’evocativo nome «Immuni», che permetterà il tracciamento dei contatti dei dipendenti. Obiettivo: governare la curva del contagio da Covid19. I quattromila dipoendenti del Cavallino faranno da «cavie».
Il suo progetto per affrontare la fase 2, quella della fine del lockdown, la casa automobilistica del Cavallino lo aveva presentato già a inizio aprile. E ora quell’idea innovativa sarà uno dei modelli da cui il governo nazionale partirà per cominciare a riportare alla normalità l’Italia.
Al centro del piano, denominato «Back on Track», letteralmente «Si torna in pista», c’è una app, dall’evocativo nome «Immuni», che permetterà il tracciamento dei contatti dei dipendenti. Obiettivo: seguire e soprattutto governare la curva del contagio da Covid-19. Ad annunciarlo è stato il commissario per l’emergenza, già amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri che ha firmato un’ordinanza che avvierà la sperimentazione dell’app di tracciamento individuale in alcune regioni pilota. Prima fra tutte l’Emilia-Romagna: Viale Aldo Moro aveva subito patrocinato il sistema di screening dello stato di salute dei lavoratori proposto da Ferrari. Saranno, dunque, proprio i quattromila dipendenti dei due stabilimenti di Modena e Maranello a fare da «cavie». Esclusivamente — ci tengono a dire dal quartier generale della Rossa — su base volontaria, come del resto è previsto anche a livello nazionale.
La Casa di Maranello, assicurano, non avrà accesso ai dati individuali del singolo lavoratore, ma solo ai dati in forma aggregata e limitati ai possibili contatti fra gli utenti nel caso in cui si riscontri un’infezione da Covid-19.A tal fine, i dati della applicazione saranno gestiti da una società esterna a Ferrari di
La ripresa
La Ferrari è stata tra le prime a firmare un avanzato protocollo di sicurezza per la Fase 2
cui, per policy, il colosso che produce le auto di lusso più amate al mondo aveva preferito non divulgare subito il nome. Da ieri però quel nome è noto: è la software house milanese Bending Spoons, appartenente alla galassia dei poliambulatori del Centro Medico Santagostino e della società di marketing Jakala. Il governo ha stipulato con la società lombarda un contratto di concessione gratuita della licenza per l’utilizzo del software che potrà essere concessa in appalto. L’obiettivo, qualora la sperimentazione desse i frutti sperati (la stessa tecnologia è stata utilizzata in Cina e in Corea, dove l’adesione da parte della popolazione è stata massiccia), è di estendere il tracciamento in tutto il Paese.
Dopo i dubbi sollevati nei giorni scorsi dal Garante per la protezione dei dati personali sull’uso delle nuove tecnologie per contrastare l’emergenza coronavirus — «Immuni» viaggerà su smartphone grazie al Bluetooth — Ferrari specifica che l’applicazione non è un sistema di geolocalizzazione delle persone, né fornisce traccia dei movimenti dell’utente-dipendente, ma rende possibile risalire ai contatti avuti, senza definire il luogo in cui sono avvenuti, nell’arco di una decina di giorni precedenti il contagio. Così da individuare chio in teoria potrebbe essere stato infettato.
Nell’ordinanza firmata da Arcuri si legge, infatti, che l’app è stata selezionata proprio perché considerata la più idonea per la sua capacità di contribuire nella maniera più tempestiva all’azione di contrasto del virus, in conformità ai modelli europei e per le garanzie che offre per il rispetto della privacy. Ma come funzionerà? Sarà scaricabile sul telefonino e rileverà i contatti avuti da una persona risultata positiva al tampone Covid-19 in modo da poter rintracciare, e isolare in quarantena, gli individui a rischio. Anonimi gli identificativi di quei contatti. Previsto, infine, un vero e proprio diario clinico della persona tracciata con tutte le informazioni, malattie pregresse e terapie, utili ai medici, anch’essi dotati di app, per seguire l’evoluzione sanitaria del virus fino alla guarigione.