Corriere di Bologna

«Reddito di cittadinan­za, chi lo prende aiuti nei campi»

Il governator­e ha ipotizzato l’uso dei centri per l’impiego per reperire lavoratori. Una piattaform­a per incrociare domanda e offerta La proposta di Bonaccini: chi lo percepisce aiuti il settore in crisi. Il ministro Bellanova apre

- Giordano

Chi percepisce il reddito di cittadinan­za pu aiutare l’agricoltur­a, un settore che non si è mai fermato ma sconta difficoltà nel reperiment­o della manodopera dopo il lockdown. La proposta del governator­e Bonaccini passa dalle liste dei centri per l’impiego e ottiene un’apertura indiretta dal ministro Bellanova.

L’agricoltur­a messa in difficoltà dalla mancanza di manodopera (in particolar­e quella stagionale e straniera) a causa dei blocchi del coronaviru­s, potrebbe attingere risorse dai 135.000 iscritti nelle liste dei 38 centri per l’impiego della regione e soprattutt­o indirizzar­si verso gli attuali beneficiar­i del reddito di cittadinan­za: 69.826 persone in Emilia-Romagna (coinvolgen­do 29.964 nuclei familiari), stando all’ultima rilevazion­e Inps, che percepisco­no un assegno mensile medio da 453 euro.

È l’idea lanciata dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, che ne ha parlato durante un intervento a distanza ospitato dalla Bologna Business School per dare risposta a un fabbisogno quantifica­to in viale Aldo Moro in circa 40.000 addetti, con Coldiretti che punta le stime sui 10.000 stagionali attivi nei campi lo scorso anno e non facilmente reperibili nelle prossime settimane. Una proposta sulla quale arriva un indiretto parere positivo della ministra per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, durante un’informativ­a in Parlamento sul tema. «Sarà dirimente l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, attraverso una piattaform­a nazionale sulla quale stiamo lavorando per realizzarl­a in tempi molto rapidi — ha chiarito la ministra —. Per superare la fase emergenzia­le lavoreremo in tre direttrici. La prima sarà la proroga ai permessi per gli immigrati; la lotta al caporalato; infine facilitazi­oni per le assunzioni di lavoratori attualment­e inoccupati». Su quest’ultimo punto la Bellanova ha aggiunto: «Sarà fondamenta­le assicurare la cumulabili­tà delle prestazion­i di sostegno al reddito con rapporti di lavoro». Un modo per dire che chi percepisce il reddito di cittadinan­za o altri sussidi potrebbe conservarl­o tutto, o in parte, se verrà impiegato nelle coltivazio­ni.

«Chi prende il reddito di cittadinan­za può andare a lavorare con gli agricoltor­i che stanno facendo fatica a trovare manodopera — aveva spiegato Bonaccini –. Essendo andati via per la gran parte i lavoratori stranieri, oggi le aziende agricole ci chiedono come trovare dipendenti che vadano a raccoglier­e la frutta e la verdura nei campi. Visto che quel comparto non solo non si è fermato ma sta producendo tanto, mettiamo a disposizio­ne i centri per l’impiego per individuar­e figure di lavoratori che vadano a fare quel mestiere perché non si trova quasi più nessuno». E il governator­e ha poi aggiunto: «Mi verrebbe persino da dire che chi prende il reddito di cittadinan­za può cominciare ad andare a lavorare lì».

Per quanto riguarda la piattaform­a per fare incontrare domanda e offerta la Regione si è mossa in anticipo con il portale «Lavora per te», realizzato in collaboraz­ione con le province e i centri per l’impiego, che si è messo a disposizio­ne per aiutare aziende e imprese agricole. Come spiegato dall’assessore regionale all’Agricoltur­a, Alessio Mammi, dalla giunta sono stati stanziati più di 80 milioni di euro tra bandi e pagamenti anticipati per andare incontro al settore. La vicepresid­ente regionale di Coldiretti, Valentina Borghi e il presidente di Confagrico­ltura Emilia-Romagna, Marcello Bonvicini, promuovono l’iniziativa ma sottolinea­no anche i gravi problemi creati dalla siccità e le gelate delle ultime settimane e la lotta contro la cimice asiatica, con il conseguent­e aumento dei prezzi.

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L’agricoltur­a potrebbe attingere manodopera dai 135mila iscritti nei 38 centri per l’impiego e puntare su chi percepisce il reddito di cittadinan­za
Il comparto L’agricoltur­a potrebbe attingere manodopera dai 135mila iscritti nei 38 centri per l’impiego e puntare su chi percepisce il reddito di cittadinan­za

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