Gli stagionali in Riviera impiegati in agricoltura
Il Comune di Riccione capofila del progetto
Baristi e bagnini senza lavoro in Riviera impiegati nei campi per i raccolti. La proposta che arriva da Riccione, l’impiego degli stagionali in agricoltura, ha già ottenuto le prime adesioni.
Dai banconi dei bar e dalle spiagge più in voga della Riviera ai campi della Romagna coltivati a fragole e ciliegie, quando di questi tempi negli anni scorsi si cominciavano a reclutare i lavoratori stagionali da impiegare negli alberghi, nei locali e negli stabilimenti balneari sulla costa. Quest’anno, in piena pandemia in corso, gli operatori turistici sono alle prese con la partenza incerta di una stagione inedita con perdite economiche senza precedenti.
Meno turisti negli hotel, meno bagnanti sotto l’ombrellone, titolari di ristoranti alle prese — in caso di apertura — con ingressi contingentati e perdite dovute all’inattività dei mesi scorsi. Tradotto, in termini in Riviera servirà meno forza lavoro nel settore turistico. Per questo dal Comune di Riccione arriva la proposta di facilitare l’ingresso dei lavoratori stagionali del turismo nel settore agroalimentare. «La nostra intenzione — ha spiegato l’assessore alle attività economiche e deputata della Lega Elena Raffaelli — è quella di mettere in contatto i nostri stagionali con il mondo delle aziende che non hanno subito il contraccolpo della crisi generata dalle misure di contenimento dell’epidemia. Il riferimento è sicuramente quello dell’agricoltura».
Detto fatto. Dopo soli due giorni l’ufficio Suap del Comune di Riccione ha già raccolto le richieste di alcuni giovani interessati al progetto. Come Gianluca Tofani, 29 anni, barman di esperienza riccionese con 14 stagioni alle spalle. «Negli ultimi 14 anni ho sempre fatto lavorato a Riccione dove vivo — spiega —, devo dire che c’è ancora la possibilità di guadagnare e divertirsi lavorando, ma non voglio rischiare di rimanere a casa e vivere di sussidi. Il lavoro stagionale nelle aziende agricole fa bene al fisico e all’anima quando ti alzi la mattina e sai che hai un lavoro». La proposta dell’assessore riccionese è stata accolta con favore dagli operatori del settore. «Il mondo dell’ortofrutta vive di lavoro umano, di braccia e mani — spiega Davide Vernocchi, coordinatore nazionale del settore Ortofrutticolo di Fedragri Pesca Confcooperative — gli anni scorsi la manodopera proveniva dai paesi dell’est o dal Nord Africa. A causa della pandemia quest’anno molti di questi lavoratori non ci verranno in Italia». Gli ex stagionali del turismo potrebbero occupare i posti lasciati scoperti, ma con una premessa. «In Romagna le gelate estreme delle scorse settimane hanno provocato danni enormi al raccolto delle albicocche, delle susine e delle pesche. Abbiamo perso giornate di lavoro solo per quel che riguarda i magazzini frigorifero, un peccato se consideriamo che i supermercati sono pieni anche con l’Italia in quarantena. Diciamo che anche l’agricoltura sta soffrendo». Anche dalla Regione arrivano pareri positivi. «Tutto quello che si può fare per trovare persone disponibili a lavorare nei campi, tra cui questo progetto, ben venga», ha commentato l’assessore all’agricoltura Alessio Mammi.