Ammortizzatori, i sindacati alle banche: «No all’ostruzionismo, la Regione vigili»
No all ’«ostruzionismo» delle banche sull’anticipo degli ammortizzatori sociali. È l’appello dei segretari di Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia-Romagna messo nero su bianco in una lettera aperta al presidente dell’Abi Mario Bernardi e all’assessore regionale Vincenzo Colla. Oggetto della missiva, «le preoccupate recriminazioni di moltissimi lavoratori che hanno ricevuto risposte negative da parte degli istituti di credito alla legittima richiesta di poter avviare la pratica per il riconoscimento dell’ anticipazione bancaria del pagamento degli ammortizzatori sociali». Da più di 15 giorni, sottolineano Luigi Giove (Cgil), Filippo Pieri (Cisl) e Giuliano Zignani (Uil), «continuano a pervenirci diffuse proteste da parte di lavoratori ai quali le banche rispondono che non sanno ancora come procedere per rendere operativo il protocollo sottoscritto» in Regione, «o addirittura, di non avere avuto alcuna comunicazione in merito». Il problema «è stato a piu’ riprese evidenziato anche alla Regione, garante del protocollo, il cui impegno e sollecito per sbloccare la situazione è rimasto a oggi inali, scoltato dal sistema bancario».
I segretari confederali chiedono che Abi «richiami le banche alla propria responsabilità, nel rispetto di quanto sottoscritto». I lavoratori «devono avere risposte certe e celeri. Nessuno in Emilia-Romagna può essere lasciato mesi senza stipendio a lottare per sostenersi e sostenere i propri cari in un’emergenza come quella che stiamo vivendo».
Se, infatti, si legge ancora nella lettera dei sindacati, «grazie alla contrattazione in molte aziende, soprattutto di media e grande dimensione e buona capitalizzazione, abbiamo ottenuto l’anticipo da parte dell’azienda, in molte altre non è stato possibile per effetto della norma che in alcuni casi prevede il pagamento diretto da parte dell’Inps. E non è possibile proprio per tutte quelle imprese più fragisotto i cinque dipendenti, che fin da subito si sono scontrate con una fortissima crisi di liquidità».
Un esempio di queste lentezze nell’erogazione lo fa la Cgil di Bologna: almeno 1.500 dipendenti delle cooperative sociali che operano in città devono chiedere alle banche l’anticipo degli ammortizzatori sociali. Ma, nonostante l’accordo regionale, «diverse filiali affermano di non essere nelle condizioni di aprire i conti tecnici, specialmente per i lavoratori che non sono loro clienti».
A Bologna
Per la Cgil ci sono 1500 dipendenti delle coop sociali che rischiano di non vedere un euro