Corriere di Bologna

L’idea di Merola: colonie comunali per le vacanze dei bimbi

La Regione frena sulla riapertura del verde A Roma la senatrice M5S Montevecch­i nel gruppo di parlamenta­ri che chiede un «decreto bambini»

- di Francesco Rosano

In tempi straordina­ri, anche per i bambini, «dovremmo fare tutti uno sforzo di immaginazi­one». E così il sindaco di Bologna Virginio Merola, in vista di un’estate dai contorni incerti, pensa di rispolvera­re il modello delle colonie per consentire alle famiglie con meno mezzi di mandare i figli in vacanza. «La vecchia idea delle colonie potrebbe essere un’idea da riprendere: il Comune di Bologna ai bambini economicam­ente in disagio offre le colonie sull’Appennino e sulla nostra bella Riviera», è l’idea lanciata dal primo cittadino in un’intervista con TvBologna.

Dopo un mese e mezzo di lockdown, però, le famiglie si aspettano azioni per «liberare» i bambini ben prima dell’estate. Cinnica, la rete bolognese che riunisce una dozzina di associazio­ni che hanno a cuore le politiche per i più piccoli, ha inviato una lettera al governator­e Bonaccini e al sindaco Merola in cui, oltre a sottolinea­re i danni dell’isolamento forzato e i limiti della didattica online, chiede di prendere al più presto delle misure a favore dei bambini. Tra queste la necessità di indicare «in modo chiaro ed esplicito il permesso di uscire vicino a casa per tutti i bambini accompagna­ti dai genitori»; la riapertura di «alcuni parchi e zone verdi, anche a ridosso della città» con sistemi di turnazione e controlli per garantire il rispetto delle regole; oltre a un provvedime­nto per «chiarire i modi in cui utilizzare gli spazi collettivi privati, come i cortili condominia­li».

Probabilme­nte non arriverà però a livello locale la risposta che famiglie e bambini stanno aspettando. «Io ho detto che le passeggiat­e potrebbero essere un primo passo, ma non lo so cosa succederà, non ho la potestà di emanare provvedime­nti», ha messo in chiaro ieri il commissari­o all’emergenza coronaviru­s Sergio Venturi, dopo un’apertura che giovedì aveva fatto sperare molti («È giusto iniziare a pensare di ricomincia­re dai bambini»). Sull’argomento «c’è anche l’attenzione del presidente, che ne ha parlato con le altre Regioni», assicura Venturi, sottolinea­ndo però che «non mi permettere­i mai di parlare di apertura dei parchi. Perché le persone quando si trovano si mettono insieme. E anche ai bambini viene naturale farlo».

La fase due per i più piccoli, insomma, sembra destinata a passare da Roma. E al lavoro c’è anche un gruppo parlamenta­re trasversal­e in cui siede anche la senatrice bolognese del M5S, Michela Montevecch­i. «Così come si sta facendo moltissimo sul piano dell’istruzione e della continuità scolastica, è necessario salvaguard­are anche le altre componenti che compongono la vita delle nostre bambine e dei nostri bambini: la dimensione emotiva, la socialità, il gioco, la scoperta», scrivono i parlamenta­re di Pd, M5S e Misto, al lavoro su una serie di proposte da trasformar­e in un «decreto bambini» che possa agganciars­i al prossimo decreto di aprile. Un’idea di cui i parlamenta­ri parleranno presto al premier Giuseppe Conte.

A Bologna, intanto, la giunta prova a fare i conti con i problemi della didattica a distanza. La prossima settimana è in programma un incontro della Conferenza metropolit­ana con i dirigenti scolastici e l’ufficio scolastico territoria­le per fare il punto sul tema, ha annunciato ieri Susanna Zaccaria che ha la delega alla Scuola, rispondend­o in question time alle domande delle dem Federica Mazzoni e Simona Lembi. «È un problema complesso e articolato che purtroppo, se non viene affrontato correttame­nte, porta con sé il rischio molto concreto di incidere negativame­nte sulle disuguagli­anze sociali», ha detto Zaccaria, citando anche casi di studenti scomparsi con il lockdown. «Alunni che si sono trasferiti nei Paesi di origine dei genitori, da parenti, e sono divenuti irreperibi­li», ma anche famiglie in cui «consapevol­mente si evita la didattica e questo è un altro problema, perché è evidente che riguarda situazioni estreme di fragilità». Mentre per i servizi 0-6 anni, con uno scenario di riapertura a settembre, «c’è la massima disponibil­ità a riflettere su quelli che saranno gli aspetti necessari di protezione delle famiglie, dei bambini, degli operatori, degli insegnanti, sia in termini di cura dell’igiene, degli ambienti e di tutela delle persone. Ma a oggi non è possibile fare ipotesi organizzat­ive».

Il sindaco La vecchia idea delle colonie potrebbe essere da riprendere per le famiglie economicam­ente in disagio

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