L’idea di Merola: colonie comunali per le vacanze dei bimbi
La Regione frena sulla riapertura del verde A Roma la senatrice M5S Montevecchi nel gruppo di parlamentari che chiede un «decreto bambini»
In tempi straordinari, anche per i bambini, «dovremmo fare tutti uno sforzo di immaginazione». E così il sindaco di Bologna Virginio Merola, in vista di un’estate dai contorni incerti, pensa di rispolverare il modello delle colonie per consentire alle famiglie con meno mezzi di mandare i figli in vacanza. «La vecchia idea delle colonie potrebbe essere un’idea da riprendere: il Comune di Bologna ai bambini economicamente in disagio offre le colonie sull’Appennino e sulla nostra bella Riviera», è l’idea lanciata dal primo cittadino in un’intervista con TvBologna.
Dopo un mese e mezzo di lockdown, però, le famiglie si aspettano azioni per «liberare» i bambini ben prima dell’estate. Cinnica, la rete bolognese che riunisce una dozzina di associazioni che hanno a cuore le politiche per i più piccoli, ha inviato una lettera al governatore Bonaccini e al sindaco Merola in cui, oltre a sottolineare i danni dell’isolamento forzato e i limiti della didattica online, chiede di prendere al più presto delle misure a favore dei bambini. Tra queste la necessità di indicare «in modo chiaro ed esplicito il permesso di uscire vicino a casa per tutti i bambini accompagnati dai genitori»; la riapertura di «alcuni parchi e zone verdi, anche a ridosso della città» con sistemi di turnazione e controlli per garantire il rispetto delle regole; oltre a un provvedimento per «chiarire i modi in cui utilizzare gli spazi collettivi privati, come i cortili condominiali».
Probabilmente non arriverà però a livello locale la risposta che famiglie e bambini stanno aspettando. «Io ho detto che le passeggiate potrebbero essere un primo passo, ma non lo so cosa succederà, non ho la potestà di emanare provvedimenti», ha messo in chiaro ieri il commissario all’emergenza coronavirus Sergio Venturi, dopo un’apertura che giovedì aveva fatto sperare molti («È giusto iniziare a pensare di ricominciare dai bambini»). Sull’argomento «c’è anche l’attenzione del presidente, che ne ha parlato con le altre Regioni», assicura Venturi, sottolineando però che «non mi permetterei mai di parlare di apertura dei parchi. Perché le persone quando si trovano si mettono insieme. E anche ai bambini viene naturale farlo».
La fase due per i più piccoli, insomma, sembra destinata a passare da Roma. E al lavoro c’è anche un gruppo parlamentare trasversale in cui siede anche la senatrice bolognese del M5S, Michela Montevecchi. «Così come si sta facendo moltissimo sul piano dell’istruzione e della continuità scolastica, è necessario salvaguardare anche le altre componenti che compongono la vita delle nostre bambine e dei nostri bambini: la dimensione emotiva, la socialità, il gioco, la scoperta», scrivono i parlamentare di Pd, M5S e Misto, al lavoro su una serie di proposte da trasformare in un «decreto bambini» che possa agganciarsi al prossimo decreto di aprile. Un’idea di cui i parlamentari parleranno presto al premier Giuseppe Conte.
A Bologna, intanto, la giunta prova a fare i conti con i problemi della didattica a distanza. La prossima settimana è in programma un incontro della Conferenza metropolitana con i dirigenti scolastici e l’ufficio scolastico territoriale per fare il punto sul tema, ha annunciato ieri Susanna Zaccaria che ha la delega alla Scuola, rispondendo in question time alle domande delle dem Federica Mazzoni e Simona Lembi. «È un problema complesso e articolato che purtroppo, se non viene affrontato correttamente, porta con sé il rischio molto concreto di incidere negativamente sulle disuguaglianze sociali», ha detto Zaccaria, citando anche casi di studenti scomparsi con il lockdown. «Alunni che si sono trasferiti nei Paesi di origine dei genitori, da parenti, e sono divenuti irreperibili», ma anche famiglie in cui «consapevolmente si evita la didattica e questo è un altro problema, perché è evidente che riguarda situazioni estreme di fragilità». Mentre per i servizi 0-6 anni, con uno scenario di riapertura a settembre, «c’è la massima disponibilità a riflettere su quelli che saranno gli aspetti necessari di protezione delle famiglie, dei bambini, degli operatori, degli insegnanti, sia in termini di cura dell’igiene, degli ambienti e di tutela delle persone. Ma a oggi non è possibile fare ipotesi organizzative».
Il sindaco La vecchia idea delle colonie potrebbe essere da riprendere per le famiglie economicamente in disagio