Corriere di Bologna

Stipendi, il Bologna studia il caso Arsenal

Via alla trattativa con i giocatori: l’ipotesi di lavorare sull’ingaggio annuo e non sugli stipendi come hanno fatto Juve e Roma. Il modello Arsenal

- di Alessandro Mossini

In attesa di delineare al meglio i contorni della possibile ripartenza — ieri la Figc ha inviato il protocollo medico ai ministri Spadafora e Speranza per avere il loro ok — il calcio italiano è alle prese con le trattative che riguardano i tagli agli ingaggi dei calciatori di serie A. Dopo la Juventus, nelle ultime ore è stato un altro club quotato in Borsa come la Roma a sancire un accordo iniziale con i propri tesserati: quattro mensilità (marzo, aprile, maggio e giugno) saltate se il campionato non dovesse ripartire, in caso contrario tre di quelle quattro mensilità saranno spalmate sui contratti delle prossime stagioni.

Un risparmio da 50 milioni in vista della chiusura del bilancio al 30 giugno (per la Juve erano 90), in una partita che vede anche il Bologna decisament­e impegnato su questo fronte.

In settimana ci sono stati i primi colloqui tra l’ad Claudio Fenucci e alcuni giocatori rappresent­ativi dello spogliatoi­o rossoblù, i contatti iniziali sono stati positivi, ma la prossima settimana la questione entrerà nel vivo. Di tempo ce n’è, anche perché ieri il club ha concesso ai suoi tesserati all’estero (Dijks, Krejci, Danilo e Tanjga) due o tre giorni di libertà aggiuntiva, in quanto la ripartenza degli allenament­i il 4 maggio non è più così certa, dovendo attendere l’ok definitivo dal comitato tecnicosci­entifico del governo.

Il club però vuole trovare un accordo in tempi ragionevol­i e allo studio ci sono diverse soluzioni: il modello Juventus e Roma è partito dall’ipotesi del campionato annullato, mentre il Bologna vuole trovare in primis una soluzione per una serie A che arriva comunque al traguardo, ovvero lo scenario favorito dei vari club.

Ecco quindi che tra le ipotesi sul piatto potrebbe esserci anche il modello Premier League: il calcio inglese è nel pieno delle trattative per le riduzioni degli ingaggi e tra le opzioni che vanno per la maggiore c’è quella di un taglio percentual­e degli stipendi dei calciatori, ripartito su più mensilità, anziché bloccare l’intero ingaggio.

Un modo per far arrivare sui conti dei giocatori una parte di stipendio per le spese correnti, senza congelare l’intera mensilità: la parte da trattenere in serie A si dovrebbe aggirare sul 30%-40%, per ovviare alle ingenti perdite del sistema. In Premier è stato proposto un taglio generale del 30%, con proposte riguardant­i riduzioni istantanee e differimen­ti di pagamento: tra le big l’unica ad aver trovato un accordo con i calciatori per ora è l’Arsenal (taglio del 12,5% dell’ingaggio annuale, accettato dopo pressioni del tecnico Arteta e con la promessa di restituzio­ne in caso di qualificaz­ione alla prossima Champions), mentre molte squadre di fascia mediopicco­la come Southampto­n e West Ham hanno trovato la quadra proprio grazie alla riduzione percentual­e della parte fissa degli ingaggi suddivisa su più mensilità, in genere tre o quattro.

È una via che proverà a percorrere anche il Bologna, conscio che le ripercussi­oni economiche sul club potranno coinvolger­e anche la stagione 2020/21: in Premier per dare il buon esempio tecnici e dirigenti principali sono stati tra i primi a rinunciare a una parte degli emolumenti e non è escluso che accada anche a Casteldebo­le. Problemi che Saputo non avrà in Mls: la Lega ha annunciato lo stop del torneo almeno fino all’8 giugno spiegando che si farà carico di portare avanti le trattative sugli ingaggi, dato che da quelle parti il contratto primario dei calciatori è con la Mls e non con le franchigie.

Il club ha concesso tre giorni in più: la ripresa degli allenament­i il 4 maggio è in bilico

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Colloqui Fenucci ha parlato con il capitano Poli e Da Costa del taglio degli stipendi per lo stop al campionato

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