Corriere di Bologna

«Inizia la settimana chiave per la frenata dei contagi»

L’obiettivo è controllar­e il reale isolamento dei positivi nelle case e nelle residenze sociali Pronte ulteriori 18 camere al Circolo Ufficiali

- Amaduzzi

Per Bologna ( e non solo) la prossima settimana sarà decisiva. Sarà cruciale tenere d’occhio l’indice di contagio, l’R0, l’R con zero. «Nell’ultima settimana è stato attorno al valore di 1 — spiega Paolo Pandolfi, direttore del dipartimen­to di Sanità pubblica dell’Ausl —, dovrà andare sotto l’1, solo così i contagi saranno bassi».

Venturi: «CI stiamo preparando a tracciare, testare e trattare i futuri nuovi casi»

Per Bologna la prossima settimana sarà decisiva. Lo sarà anche per il resto del Paese, ma nel capoluogo dell’EmiliaRoma­gna sarà cruciale tenere d’occhio l’indice di contagio, l’R0, l’R con zero. «Nell’ultima settimana è stato attorno al valore di 1, un po’ sopra, un po’ sotto — spiega l’epidemiolo­go Paolo Pandolfi, direttore del dipartimen­to di Sanità pubblica dell’Ausl —, dovrà andare stabilment­e sotto l’1, solo allora i contagi saranno bassi». E solo allora si potrà tirare un sospiro di sollievo. «Stiamo tenendo d’occhio in particolar­e che le persone in isolamento lo siano davvero», aggiunge. Nel Bolognese sono tre le strutture già utilizzate (Hotel City e Villa Revedin, rispettiva­mente 90 e 9 camere, oltre al Cenacolo Mariano Padre Kolbe con 26 camere) a cui si aggiungerà a breve il Circolo degli Ufficiali di via Marsala.

A ieri i casi di positività nel territorio bolognese erano 3.325, 58 in più ieri, 128 in più il giorno prima. «Sono aumenti sostanzial­mente legati al recupero di alcune situazioni che sono state valutate e confermate più tardi — spiega Pandolfi —, persone con sintomi che erano a casa a cui non era stato fatto ancora il tampone». I decessi sono 358, 12 nelle ultime 24 ore: nel capoluogo sono cinque uomini (64, 66, 88 e due di 76 anni) e tre donne (due di 97 anni e una di 95), un uomo di Zola Predosa di 88 anni, e una donna rispettiva­mente a Molinella (87), Loiano (97) e San Lazzaro (86). «La gran parte dei decessi avvengono in strutture ospedalier­e non intensive — spiega Pandolfi —, un quarto nelle residenze per anziani». Le persone guarite definitiva­mente sono 612, a cui se ne aggiungono 775 che sono guarite clinicamen­te. «A queste dobbiamo fare i due tamponi a distanza di almeno 24 ore per la diagnosi definitiva di guarigione, anche in vista della ripresa lavorativa — spiega Pandolfi —. Per questi casi utilizziam­o molto drive through, il tampone fatto in auto». A ieri erano 905 le persone «in sorveglian­za attiva», ovvero contatti di positivi che potrebbero presentare i sintomi della malattia, e 1.594 quelle «per cui la malattia è in corso», spiega il direttore del dipartimen­to di Sanità pubblica, «tra ricoverati in ospedale e in isolamento».

Come detto molte energie sono ora dedicate al controllo del reale isolamento. «Ci sono situazioni come famiglie numerose o condomini che controllia­mo con molta attenzione — spiega Pandolfi —, basta che ci sia un bagno solo in casa per una famiglia con un positivo e l’isolamento non è più garantito». A queste persone viene proposta la quarantena in strutture ad hoc. «È in fase di definizion­e anche l’accordo per il Circolo Ufficiali che ci mette a disposizio­ne 18 stanze», conclude Pandolfi.

Il controllo dei positivi nelle case o nelle strutture per anziani e disabili è l’impegno prioritari­o in tutta la regione dove anche ieri i dati sono stati positivi. Come spiega il commissari­o ad acta Sergio Venturi «sono un centinaio i pazienti usciti dalle terapie intensive e oltre 160 quelle uscite dagli altri reparti». «Ci stiamo preparando alla fase delle tre T — conclude —, tracciare, testare e trattare i nuovi casi per non farci più cogliere di sorpresa».

Pandolfi Ci sono già stati 612 guariti a cui se ne aggiungono altri 775 a cui dobbiamo fare il doppio tampone per avere una diagnosi definitiva e consentire loro di tornare a lavorare

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