«Uno, nessuno e centomila» nelle voci degli attori di Ert
La lettura Il romanzo di Pirandello proposto in otto puntate dal 21 al 24 aprile e dal 26 al 29. Longhi: «Non rinunciamo alla nostra natura di luogo d’incontro»
Ci hanno portato nella lotta contro il fumo dello Zeno Cosini della Coscienza di Zeno di Italo Svevo, ovvero nelle crisi d’identità dell’uomo del Novecento che scopre dentro l’Io un altro sé. Ci hanno scagliato nella giungla malese, ad ascoltare le mirabolanti avventure di Sandokan e dei tigrotti di Mompracem, dando voce al famoso libro del veronese Emilio Salgari pubblicato nel 1900 che dal salotto borghese dell’Italietta gozzaniana si proiettava verso scenari esotici. Ora affrontano la crisi forse più profonda del ‘900, quella del soggetto che si sente nessuno ma anche moltitudine, massa, uguale a mille altri. La Compagnia permanente di Ert Fondazione, guidata da Claudio Longhi, regista e direttore artistico del nostro teatro nazionale, legge per #laculturanonsiferma il più famoso romanzo di Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila, la summa della sua concezione dell’umorismo come sentimento del contrasto, dei suoi discorsi sulla forma e la vita e sulla consistenza dell’identità individuale nell’epoca della massa.
Pubblicato a puntate su La fiera letteraria nel 1925, qualche anno dopo Sei personaggi in cerca d’autore, raccolto in volume l’anno successivo, si articola in otto capitoli, ognuno dei quali sarà letto in una puntata da uno degli attori della Compagnia, dal 21 al 24 e dal 26 al 29 aprile, sempre alle 18.30 su Lepida Tv, sul portale EmiliaRomagna Creativa e su Facebook Emilia-Romagna. Le puntate si potranno rivedere sulla pagina «ErtonAir» sul sito www.emiliaromagnateatro.com.
In una stagione teatrale (interrotta) intitolata Bye, bye ‘900?, dedicata a indagare i lasciti di quel secolo breve, Claudio Longhi spiega così la scelta di leggere romanzi: «La Fondazione – nell’impossibilità di accogliere i propri spettatori nelle sue sale dando vita alla festa teatrale – non rinuncia alla sua natura di luogo di incontro, di condivisione, di conoscenza e di esperienza e, non potendo proporre spettacoli, grazie al lavoro della sua compagnia permanente di attori lo fa, senza tentare di evocare un teatro che per ora non può darsi, perseverando sulla grande scena del web nell’esplorazione del romanzo: genere orale e dialogico per eccellenza, non solo perché la sua scrittura altro non è che la registrazione della polifonia della vita, ma perché il romanzo nasce come genere destinato alla lettura ad alta voce davanti a una comunità».