«Balleremo più colti»
Il musicista e i prossimi mesi: «Plexiglass? No grazie»
www.mymovies.it/the-storyof-film e prenotare uno dei posti disponibili nella sala web.
Frutto di cinque anni di lavoro, The Story of Film risale al 2011 e abbraccia sei continenti e dodici decenni. Tratto dall’omonimo libro del 2004 di Cousins, illustra come i cineasti siano influenzati sia dagli eventi storici del loro tempo che gli uni dagli altri. Il film rivisita luoghi chiave della storia del cinema, da Hollywood a Bollywood, dalla Londra del primo Hitchcock al villaggio indiano de Il lamento del sentiero di Satyajit Ray. Proponendo interviste con registi e attori come Stanley Donen, Kyoko Kagawa, Gus van Sant, Lars Von Trier, Bernardo Bertolucci, Jane Campion e Claudia Cardinale. Il prossimo appuntamento, martedì sera, sarà dedicato al periodo che va dal 1918 al 1928 e al trionfo del cinema americano, mentre giovedì si coprirà l’arco di tempo che va dal 1918 al 1932 con i primi grandi registi ribelli del cinema a tutte le latitudini. Tra le altre iniziative legate al cinema, dopo i dieci giorni di sperimentazione del Pop Up Cinema, sala virtuale da 2.600 posti su scala nazionale che si conclude questa sera alle 21 con il film Parola di Dio del russo Kirill Sebrennikov, prosegue il varietà cinematografico Pop Up Cinema - Night Live che lo ha accompagnato. La prossima settimana l’appuntamento si concentrerà però, anticipa il suo ideatore Andrea Romeo, sulle realtà di Bologna e dell’Emilia-Romagna, con incontri previsti tutte le sere in streaming a partire dalle 23.
Iballerini, il folklore, le orchestre, le balere e tutto il resto. È il liscio, «il nostro rock romagnolo». Moreno «Il Biondo» Conficconi con School of Rock sta spopolando sul web. Le sue lezioni apertissime continueranno fino a fine aprile, ma si possono recuperare anche quelle passate, visitando la pagina Facebook del Mei (Meeting Etichette Indipendenti). Il senso di queste videolezioni è curioso già dal titolo. Poi ci pensi meglio e arrivi alla conclusione che solo da uno come lui, nato e cresciuto con l’Orchestra di Raoul Casadei
” Estate A Gatteo Mare sto organizzando quattro incontri con scrittori Il primo sarà Cavazzoni
che poi fonda l’Orchestra Grande Evento, collabora con gli artisti più svariati, fonda il progetto Extraliscio e il Punk da balera insieme a Mirco Mariani, poteva nascere un’operazione del genere. Lo ribadisce: «Il liscio è rock». E intanto è proiettato sull’estate. Non si ballerà, ma «la nostra musica» farà la sua parte. Culturale.
Moreno, qual è l’idea delle sue videolezioni?
«Il suono vero della Romagna, quella che coincide con Secondo Casadei, l’autore di Romagna mia. Scorre tra storia e tecnica (poca), in cui spiego le differenze tra i vari stili. Parla a tutti noi».
In che senso il liscio è rock?
«Perché la nostra è una vita da rocchettari. Facevamo circa 350 serate l’anno. Di domenica il pomeriggio eravamo da una parte, la sera da un’altra. Questo genere ha dato da mangiare a migliaia di famiglie dagli anni ’60. E poi è rock perché si sale sul palco e non si guarda a niente, si suona, si fa divertire la gente. E lo sviluppo oggi è il punk da balera».
Il primo mattone del punk da balera?
«Quando Riccarda Casadei, la figlia di Secondo, mi presentò Mirco Mariani, musicista sperimentale, ricercatore di suoni. È scattato un innamoramento reciproco: io ho capito che lui poteva rileggere la nostra musica e lui ha capinei to che potevo essere abbastanza matto da seguirlo. Ha creato sulle regole di un genere con la massima libertà». Ha sempre e solo suonato? «Ho iniziato nel ’71, in Riviera. Avevo 13 anni, mi tenevano in camerino fino a mezzanotte, poi mi mettevano davanti a una tastiera e suonavo night. Una volta si poteva tutto. Mia mamma adorava la musica, voleva assolutamente che suonassi ed è stata la mia fortuna».
Musica considerata di serie B e poi, improvvisamente, nobilitata, il liscio. Quando sentì che era arrivato il momento?
«Da tempo si stava preparando. Dal ‘90, per un decennio, ho collaborato con Raoul Casadei. Un gran bel periodo di commistioni di generi culminato con Elio e Le Storie Tese e La terra dei cachi. Poi, nel 2013, è arrivato il Ravenna Festival che mi ha affidato la direzione dello spettacolo Secondo a nessuno. La mia orchestra per la prima volta veniva affiancata alla Cherubini di Riccardo Muti diretta da Giorgio Babini. È lì che Secondo Casadei è diventato lo Strauss della Romagna».
E quest’estate anomala balleremo con il plexiglass?
«Anche no. Poi vivo a Gatteo Mare, la capitale del liscio. Può non avere il liscio? E infatti lo avrà, magari non ballato ma ascoltato, capito, interpretato. La nostra musica non è solo ballo. Sarà un’occasione per riscoprire altri aspetti importanti. Ci stiamo lavorando. Puntiamo a 4 serate. inviteremo lo scrittore Ermanno Cavazzoni. Ci saranno i libri de La nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi che sta realizzando un film su Extraliscio».
Ma lei è sempre stato Moreno il Biondo?
«Fu Raoul a chiamarmi così, anche se ero castano. Sostituivo Renzo il Rosso e dopo di lui per lui ci stava bene un biondo. Dovetti cominciare a usare le tinte chiare».
Immaginavate, quando avete inciso l’album dei Sangue Misto, che sarebbe diventato una sorta di spartiacque per l’hip hop italiano?