Dalle Posse a Emergency Dj Gruff e la canzone per i medici: «Sono i nostri partigiani»
Imigliori pensieri è un progetto musicale partorito da Dj Gruff che coinvolge circa 200 artisti e ha già rilasciato un paio di brani con l’intento di raccogliere fondi da destinare ad Emergency. Dj Gruff ha fatto parte di gruppi hip hop bolognesi seminali: Isola Posse All Stars e Sangue Misto.
Come nasce il progetto I migliori pensieri?
«Conosco Dario Fichera (perfusionista cardiovascolare dell’azienda ospedaliera dell’Università di Padova) dal 2015 quando a Milano, in un pomeriggio di sole, portò qualche bboy da Gaza, fu amore alla prima entrata nel cerchio, poi da cosa nasce cosa. Quando Dario, in trincea da giorni, mi ha chiamato per invitarmi a supportare il corpo dei medici e degli infermieri con la mia musica, mi sono commosso e così ho agito immediatamente, diffondendo un appello a musicisti, cantanti, attori, rapper e writer. In pochi minuti sono arrivate le registrazioni: chi da cellulare, chi dallo studio e poi tante musiche, troppe per un solo brano. Da lì il passo è stato breve e il progetto si è tramutato velocemente da singolo a triplo album».
La raccolta fondi sarà devoluta
ad Emergency. Perché loro è non un’altra realtà?
«Fichera, dopo essersi consultato con vari dottori, ci ha proposto Emergency e ci ha passato direttamente il contatto della responsabile, abbiamo seguito le istruzioni. I soldi vanno direttamente a Emergency. Mi fido al 100% di Dario e della buona fede dei nostri angeli medici».
Il nuovo pezzo si chiude con le parole di Gino Strada. Per lei chi è Gino Strada?
«Un dottore che ha affrontato e affronta i problemi sul campo».
Invece, Michela Venturi, l’infermiera che ha indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio, che avete musicato, cosa rappresenta in questa Italia colpita dal virus?
«Come fecero i partigiani durante la Seconda guerra mondiale, i medici ora ci fanno in qualche modo restare umani. Difficile rispondere. Prima si marcava a uomo, poi è arrivata la zona».
Cosa ricorda dei tempi trascorsi a Bologna?
«Bologna è speciale, mi ha potenziato i flussi e mi ha mostrato, nella semplicità, il gesto».
Cos’era l’Isola Posse All Stars?
«Quando ne ho fatto parte io, direi un insieme di ragazzi con la testa un po’ incasinata».
«Nulla a che spartire con lo spartiacque e poi a noi piaceva l’acqua Velva, si può dire?».
Che effetto fa sapere che oggi quel disco passa di mano sborsando cifre intorno ai 600/800 euro?
«Ne ho rotto uno quando valeva la metà di queste cifre. Ho sentito di gente che lo ha pagato anche 1.200 euro. Il problema è che ho finito i vinili, altrimenti ne avrei volentieri rotto altri. È una forma d’arte, nulla di negativo ci mancherebbe!».
Oggi cos’è l’hip hop?
«L’hip hop è e sarà sempre la stessa cosa, cambia solo il livello. Posso dire quello che non è, per esempio, non è un ballo per dimagrire e cose simili».
Avete mai pensato ad un ritorno dei Sangue Misto?
«Speriamo di no».