«Senza partite spariscono le ansie Sono più sereno»
«Confesso che non avere il pensiero del calcio è persino un sollievo». Tim Parks, scrittore i cui libri hanno venduto decine di migliaia di copie, inglese di Manchester trapiantato in Italia, è autore di Questa pazza fede. L’Italia raccontata attraverso il calcio
Se lo sarebbe mai immaginato questo Paese senza il pallone?
«Cosa possiamo farci, è così in tutto il mondo. Anche in Inghilterra pare inverosimile che non ci sia il football e i club sono preoccupatissimi. Leggevo l’altro giorno un articolo sul Telegraph in cui si spiegava che questa stagione dovrà essere portata a termine per forza. In caso contrario, il danno economico sarebbe enorme, il sistema calcio crollerebbe».
Sul piano emotivo, cosa significa la mancanza del calcio?
«Una perdita d’identità. Perché il calcio ci permette di costruire una narrazione alternativa delle nostre vite, di avere dei tipi umani cui riferirci, una comunità in cui riconoscerci».
Diceva, al tempo stesso, che quest’assenza, per certi versi, la rasserena. Perché?
«Il calcio è un’ossessione, una specie di oppiaceo mentale. Niente partita, niente ansie prima che venga disputata, niente recriminazioni dopo se va male. Già, ricordiamoci che il tifoso, soprattutto quello di squadre non “metropolitane”, teme sempre che qualcosa vada storto. Ecco: in questo senso il calcio non mi manca (ride, ndr)».
Secondo diversi analisti, dopo la crisi, il calcio sarà, per molti, superfluo. Concorda?
«Non sono di quest’avviso. Anzi, proprio il ritorno al regolare svolgimento del campionato sarà un segnale di normalità. Il calcio è ambivalente: ci fa soffrire e gioire, occupa i momenti di vuoto, riempie e toglie. Per gli italiani, e non solo, non sarà mai irrilevante, sebbene le conseguenze di un lungo periodo di gare a porte chiuse, com’è più che probabile che sarà, possano essere molto dannose».
Spalti vuoti, passione che cala?
«Il primo spaesamento è per i giocatori. Che motivo c’è di avere tutto quel talento da mostrare se non hai nessuno che possa incoraggiarti, guardarti? Andare in campo non ha più significato. Per il tifoso, la tv è un surrogato. Lo stadio è il luogo in cui si officia il rito».