IL BOOM DEGLI ESPERTI
Mi candido ad esperto. Gratuitamente, come sicuramente tutti quelli nominati dal Comune, dalla Regione, dal Governo. E candido il mio medico di base ma anche sacerdoti, psicologi, economisti: eccellenze di questa terra. Posso fare i nomi. Vi assicuro che tutti possiedono «una visione strategica e di insieme orientata a una riprogettazione della nostra vita sociale, politica ed economica».
Quella che il sindaco di Bologna assicura abbiano gli otto esperti scelti per condurre Bologna verso il dopo coronavirus.
Tutti, direbbe Shakespeare, honorable men. Invero la più nota dei magnifici otto è una signora: la professoressa Silvia Giannini, già vicesindaca di Merola, che dopo un mandato scelse altra vita.
Un ritorno prestigioso, come per molti. In questi giorni tragici l’esperto scelto dalle istituzioni (non per le comparsate tv) è un saggio, non persegue un mestiere, ma una missione.
Una moda? Il problema può magari riguardare chi la politica invece la fa per lavoro: gli assessori, i ministri. Quanto conta il loro arrabattarsi quotidiano rispetto alla saggezza degli esperti? Si crea una gerarchia chiara.
Tanto che Merola ha privilegiato Matteo Lepore, assessore e soprattutto suo designato successore, come coordinatore «ai rapporti con la giunta comunale e i delegati metropolitani». Il coronavirus ha prodotto strati diversi nel potere politico: i leader, gli esperti, gli amministratori. Giuseppe Conte ha sette commissioni. Una con 73 membri. Stefano Bonaccini in Regione ha richiamato il suo superassessore alla Sanità Sergio Venturi per occuparsi di coronavirus e rappresentare anche dal punto di vista mediatico l’Emilia..
Un altro ex assessore, Patrizio Bianchi, già rettore a Ferrara, va a Roma a occuparsi di scuola. Romano Prodi è la punta della squadra per il dopo di Bonaccini.
Gli amministratori attuali diventeranno saggi quando saranno degli ex? Quando Giorgio Guazzaloca nominò dei suoi saggi per Bologna fu sommerso di polemiche, finite nel dimenticatoio in fretta come gli esperti.
Il sindaco Merola ha indetto a più riprese stati generali per ragionare su ogni possibile futuro: stessa fine. Gli esperti funzionano se sono a tempo: l’urgenza, un tempo determinato. Intanto loro e gli assessori possono chiarire come si spendono i buoni comunali da 50 euro. Il gruppo di lavoro, nominato dal sindaco Virginio Merola, è formato da otto persone. Quattro donne e quattro uomini. Figure «esperte e competenti» nei relativi settori, che hanno aderito offrendo il loro contributo a titolo gratuito. Il lavoro della task force, spiega una nota del Comune, «sarà di supporto alle istituzioni comunali e metropolitane per adeguare il piano strategico metropolitano e le scelte di bilancio dei Comuni». Dovranno, in sostanza, dare indicazioni per una riprogettazione della città. Questi i nomi della squadra: Gianluigi Bovini; Daniele Donati; Irene Enriques; Silvia Giannini; Raffaele Laudani; Maurizia Migliori; Danila Valenti; Giovanni Xilo. «Scegliere una direzione è il nostro primo compito – spiega Merola –. Il Paese, le città, che dovremo reinventare e ricostruire dopo la lunga fase di emergenza del coronavirus». Il comitato si metterà subito al lavoro, per consegnare un primo report a settembre. Il coordinamento operativo, in accordo con il rettore Francesco Ubertini, è di Raffaele Laudani. Al diavolo i dilettanti allo sbaraglio teorizzati dal grillismo della prima ora, e pure i rottamatori, prima e dopo il renzismo. Mai come per questa emergenza coronavirus competenze e preparazione sono state così preziose, come lo stesso governatore Stefano Bonaccini ha rilevato nei giorni scorsi. Tutti contenti? I sindaci e i governatori avranno donne e uomini che risponderanno direttamente a loro, giunte ombra che mettono in ombra quelle uscite dalle elezioni. La task force, antidoto al virus, rischia di svalutare, deprezzare, gli assessori in carica e a ben vedere è la stessa politica a fare un passo indietro in attesa che passi la nottata contagiosa. Un conto è tagliare nastri, un altro è gestire una fase storica e sociale per al quale, per ora, non si vede la fine.