Il Papa chiama l’imprenditore «Avanti così, pregherò per voi»
La telefonata al carpigiano Arletti che ha confermato le assunzioni previste pre crisi
«Pronto sono Papa Francesco». Nessuno scherzo ma il riconoscimento «per quello che state facendo» è arrivato a Giovanni Arletti, fondatore e titolare della Chimar di Carpi, azienda che produce imballaggi in legno e cartone oltre a fornire servizi di logistica integrata, che qualche giorno fa ha ricevuto una telefonata dal pontefice in persona.
Arletti è un imprenditore emiliano molto conosciuto e in passato con ruoli di vertice
«Una telefonata cordiale, sono rimasto colpito: mi ha detto di continuare così»
in Confindustria Modena: ormai da anni è affiancato anche dal figlio Marco, diventato nel tempo amministratore delegato del gruppo e anche lui volto noto con incarichi prestigiosi nell’associazione degli industriali. A raccontare l’incredibile chiamata è stato lo stesso Arletti anche ai microfoni del Tgr regionale, svelando il suo breve rapporto epistolare con il Papa, che piuttosto che rispondere con una lettera a un messaggio fatto recapitare dall’industriale in Vaticano ha deciso di contattarlo direttamente al telefono. « “Andate avanti così, io pregherò per voi” — queste le parole di Papa Francesco riportate da Giovanni Arletti —. È stata una telefonata cordialissima mi ha detto che conosce le cose che stiamo facendo e che gli piacciono molto. Questa telefonata ci ha dato una forza incredibile in questo momento drammatico del quale non si vede una fine».
L’imprenditore carpigiano ha raccontato di aver scritto una lettera al Papa qualche settimana fa. «Chiedevo di poter partecipare a una messa a Santa Marta con mia moglie. Nel testo spiegavo di essere un imprenditore con due figli
L’imprenditore aveva chiesto di poter partecipare ad una messa in Santa Marta
e cinque nipoti. Per questo è stata una vera sorpresa, non mi aspettavo una telefonata». Casa Santa Marta oltre a essere la residenza del Pontefice è infatti anche la piccola chiesa dove ogni mattina della settimana dice messa davanti a un piccolo pubblico di 50 fedeli, metà dei quali sono portati a rotazione dai preti di Roma e l’altra metà vi ha invece accesso mandando una lettera per chiedere la possibilità di assistere. «La storia della mia azienda è simile a quella di tante altre — ha raccontato Arletti anche all’Adnkronos —. In Italia complessivamente abbiamo 500 dipendenti. Abbiamo sempre fatto impresa come famiglia. Mio figlio è ad del gruppo e mia moglie è responsabile della finanza. Io sono sempre cresciuto col desiderio di fare impresa perseguendo un profitto sano unito all’attenzione per le persone. Anche con i concorrenti abbiamo un ottimo rapporto».
L’imprenditore emiliano, manifestando anche un’attenzione all’impresa come scopo sociale, racconta poi di come in questi anni la sua azienda abbia fatto tutto il possibile per garantire le buste paga agli operai anche nei momenti più duri, come in questo difficile momento con il coronavirus. «Il primo aprile abbiamo confermato l’assunzione di alcuni operai. Il momento è difficile e incerto ma avevamo preso questo impegno e lo abbiamo portato avanti. A volte — conclude l’imprenditore emiliano — c’è una visione distorta del mondo imprenditoriale, invece come dimostra questo momento sta venendo fuori la parte migliore».