Stadi, il braccio di ferro per cambiare la Melandri Il Dall’Ara presto si svela
Per la rinascita del sistema calcio fra le leve più virtuose c’è il rinnovamento delle infrastrutture: stadi ex novo o da ristrutturare come a Bergamo o, caso più singolare ancora, al Dall’Ara.Non è un caso che sia stata istituita in Lega una commissione con il compito di rivedere e riscrivere la legge Melandri, quella sugli stadi. Lavoro complicato perché al suo interno ci sono visioni e approcci alla materia molto diversi. La revisione procede, le norme sono state riscritte, ma senza l’auspicabile unanimità. Il consiglio di Lega deve ancora vagliare il testo che si cerca di limare, migliorare, ammorbidire e che poi passerà anche dall’assemblea. Se Bologna sta sperimentando un modello pubblico/privato, molto utilizzato in diversi paesi europei, in primis in Germania, le «spinte» che arrivano dalla commissione guardano invece al passato con la reintroduzione delle compensazioni residenziali e terziarie: un retaggio che porta diritto alla speculazione (peraltro l’immobiliare è in affanno, come pure gli ipermercati) e al consumo di territorio. Modello per molti vecchio e improponibile, ma sempre allettante per altri.
Come legge speciale le possibilità per fluidificare i progetti sono tante, ma a monte servirebbe un impegno diretto dello stato con investimenti e finanziamenti per quelle che sarebbero «grandi opere». Volano per la ripartenza del Paese, e in questo caso del calcio. Soldi pubblici che lo stato potrebbe girare ai Comuni che nella stragrande maggioranza dei casi sono anche proprietari degli impianti. Una sorta di modello Bologna. Per armonizzare gli interventi e ottimizzare i tempi servirebbe un organo a livello nazionale che ad esempio classificasse gli stadi esistenti, indicando quali è possibile abbattere e ricostruire e quali «conservare» tramite restyling. Il testo, che a un certo punto verrà presentato al governo (molto cauto sul tema), per ora versa sull’altra visione, tutta privata. Passeranno ancora alcune settimane prima di conoscere il responso del consiglio di Lega e poi di Palazzo Chigi. E così per il futuro del Dall’Ara: dopo la fine del lockdown club e Comune concorderanno i tempi per la presentazione in consiglio di progetto e costruttore.
Intanto si vagliano le ipotesi di stadio temporaneo in città, in zona Fiera o meglio ancora al Caab, dove la liason con Fico potrebbe essere assai virtuosa. Come sempre si valutano costi, pro e contro. Il tempo non manca.