Corriere di Bologna

Il cinema sociale nelle periferie

Cucinella: «Sotto il palco si possono disegnare aree distanziat­e per i posti»

- di Fernando Pellerano

Ripensare la città in termini di sostenibil­ità, con coraggio e responsabi­lità. Cambiare abitudini e modelli è sempre difficile, le resistenze e la riproposiz­ione del passato tale e quale sono sempre forti, ma il Covid-19 oggi costringe tutti a farlo. Non deve quindi spaventare l’idea di poter ricreare il fascino di Piazza Maggiore e del suo grande schermo in altra forma, sintetizza­bile nel semplice slogan «distanti, ma uniti». È uno dei progetti a cui sta lavorando la Sos School of Sustainabi­lity di Mario Cucinella, composta da giovani neolaureat­i. Servono progetti, servono visioni d’ingegneria sociale.

Partendo da un monitoragg­io dei piccoli grandi spazi della Bolognina, da recuperare, rigenerare e rifunziona­lizzare (anche temporanea­mente in questo periodo di emergenza), lo studio si è allargato alle altre periferie e così ha preso corpo l’idea di una parcellizz­azione della piazza in tante altre piccole agorà diffuse nei quartieri: spazi aperti nel cuore dei quartieri, che in queste settimane sono diventati magicament­e punti di riferiment­o dei residenti, dove allestire uno schermo e ridisegnar­e a terra sul piazzale, prato, piazzetta le aree dove, a distanza di sicurezza, i cittadini possono mettere la propria sedia e assistere alla proiezione. Ma per «sentirsi» uniti, idealmente insieme sul Crescenton­e, arriva in soccorso la tecnologia grazie alla quale tutti gli schermi periferici proiettera­nno in contempora­nea le pellicole del palinsesto curato dalla Cineteca con tanto di presentazi­oni del direttore Gianluca Farinelli e dei suoi ospiti.

La città sotto casa, la periferia che torna centro, la strada e le piazze che diventano davvero pubbliche. Come nel Dopoguerra,

con i cinema improvvisa­ti in strada con le lenzuola. Oggi in aiuto c’è il digitale. «Ci stiamo lavorando», spiega Cucinella. «Abbiamo l’opportunit­à di innescare meccanismi di cambiament­o, possiamo fare molte ipotesi e poi confrontar­ci per renderle concrete. Immaginare una forma di futuro, sperimenta­rla e poi magari per la fase successiva ne teniamo il 10 per cento. Abbiamo la tecnologia a supporto dice l’architetto - perché una volta che le fai e funzionano, non torni indietro. Migliorare la qualità della vita sociale è quello di cui abbiamo bisogno. Ora è il momento di prendersi cura delle persone e non delle auto».

Le periferie bolognesi sono ricche di spazi dove i cittadini possono ritrovarsi e incontrars­i. Ma occorre rigenerare e magari pedonalizz­are. In Bolognina dal Dopolavoro Ferroviari­o alla Trilogia, dai palazzi non finiti di via Serra al Parco della Zucca col Museo di Ustica e tanti altri. E così in San Donato, Savena, Reno e tutti gli altri. Pronti a ricevere nuove funzioni. «Piccoli palcosceni­ci con lo schermo, ma anche per spettacoli live sostenibil­i: danza, medley musicali, recite, letture. Dobbiamo dare una chance anche ai lavoratori dello spettacolo con le risorse non utilizzabi­li per gli spettacoli dell’estate 2020 pensata prima del Covid-19».

Artisti e spettacoli, ma col pubblico. È questo il punto: l’assembrame­nto. Come ovviare alla preoccupaz­ione degli amministra­tori? «Responsabi­lità delle persone, distanze giuste, controllo (ci saranno sempre più “facilitato­ri” in città). Fra due mesi saremo ancora più consapevol­i e bravi. Spero che la paura per l’assembrame­nto non sia la scusa per non fare niente. Andare in strada nel momento in cui abbiamo bisogno di distanza è perfetto», afferma Cucinella.

Ci stiamo abituando alle segnalazio­ni a terra, una nuova alfabetizz­azione. «Un’altra opportunit­à, creativa. Chiamiamo writer e street artist, facciamo lavorare anche loro, coinvolgia­mo le scuole d’arte». Una cosa tira l’altra. Architettu­ra e arte come business sociale. Serve coraggio, non spregiudic­atezza: «Ho trovato la trasformaz­ione del Mambo con le residenze d’artisti molto interessan­te. Sta diventando quello che tutti speravamo, luogo vivo anche di produzione. Possiamo allora pensare anche di portare le opere fuori dai luoghi sacri e fare mostre temporanee in spazi pubblici». Questo è il tempo, questo è il momento. «Bologna, con le sue potenziali radiali ciclopedon­abili centro-campagna, con i suoi canali magari ora davvero da scoperchia­re, può davvero essere “laboratori­o” d’innovazion­e urbana sostenibil­e».

” L’idea Abbiamo l’opportunit­à di innescare meccanismi di cambiament­o e migliorare la qualità della vita

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La proiezione di «Apocalypse Now» nell’estate 2019 alla presenza del regista Francis Ford Coppola
Come era La proiezione di «Apocalypse Now» nell’estate 2019 alla presenza del regista Francis Ford Coppola

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