Seconde case, c’è il via libera
Nuova ordinanza di Bonaccini: si può andare fuori provincia con tutta la famiglia ma per ora solo in giornata
Via libera dalla Regione agli spostamenti nelle seconde case fuori provincia di residenza, accompagnati da familiari o conviventi, ma sempre per un solo giorno e per fare manutenzione. La nuova ordinanza prevede anche semaforo verde per sport non di contatto e all’aperto nei circoli.
Via libera da oggi anche agli sport nei circoli, purché all’aperto e senza contatto fisico
Il governatore Stefano Bonaccini spinge il piede sull’acceleratore e inizia ad allentare le maglie su seconde case e sport (senza contatto e all’aperto) in strutture, circoli e specchi d’acqua (ma piscine e palestre restano chiuse), salvo decisioni più restrittive dei singoli Comuni. Da oggi sarà possibile raggiungere le seconde case anche fuori dalla provincia di residenza, nei limiti dei confini regionali, e in compagnia di altri familiari\conviventi, nella speranza di poter aggiungere a stretto giro il pernottamento, al posto del ritorno in giornata.
Lo prevede la nuova ordinanza licenziata ieri da Bonaccini. «I primi giorni di riapertura — rileva — ci consegnano un dato positivo sulla mobilità, quindi estendiamo alla famiglia e oltre i confini provinciali la possibilità di andare nelle seconde case con rientro in giornata per attività di manutenzione». Per ora si manterrà il limite giornaliero «per evitare assembramenti: dobbiamo tenere ancora un po’ di prudenza. Ma mi auguro –—annuncia — che il prima possibile si potrà andare nelle seconde case per rimanerci». Con l’ordinanza arriva pure «un chi va là» sull’apertura anticipata dei negozi annunciata dal sindaco leghista di Ferrara, Alan Fabbri: «Il provvedimento cozza con il Dpcm, ma noi non siamo il Tar, ci sono organi preposti per indicare cosa si può e non si può fare». Come nel caso delle spiagge di Riccione, dove la sindaca civica Renata Tosi scalpita e ha fatto ricorso: «Bonaccini è il mio presidente, ma spero che in autotutela modifichi il suo provvedimento. Non c’è nessun motivo sanitario per impedire l’utilizzo delle spiagge». Informata sull’apertura sulle seconde case si lascia sfuggire un «miracolo!» che subito ridimensiona visto che la nuova ordinanza non allunga i tempi di permanenza. «Chiedo una riapertura vera — è la reazione —, la toccata e fuga non ha senso. A Riccione ci sono 6mila case di villeggianti provenienti per un terzo dall’Emilia e per gli altri due da Veneto e Lombardia. Riviverle sarebbe un buon test per il nostro turismo. Non capisco quale sia il timore: chi rispetta le regole a casa le rispetterà anche qui; il mare fa bene a polmoni e umore».
Gianluca Brasini, assessore al bilancio di Rimini, plaude con riserva: «Segnale positivo: ci si ricomincia a muovere, ma senza pernottamenti non c’è turismo». Rimini, 15mila immobili a disposizione per i non residenti, è il cuore della Romagna ma anche una delle aree che più hanno subìto i colpi del Covid: «Eravamo una zona arancione. Le nostre città non vendono merci, importano persone. Finora le restrizioni hanno funzionato, qualche giorno non fa la differenza, la stagione non è iniziata, la differenza la fa il ripartire in sicurezza».
Fra Cervia e Milano Marittima ci sono 9,2 chilometri di spiaggia e 11 mila seconde case, fa i conti il sindaco Massimo Medri che è tra quelli che più ha spinto per questo passo. «Il nostro bacino di turisti proviene da Bologna, Forlì e Cesena, un turismo mordi e fuggi del weekend che comunque lascia molto sul territorio. Noi ci siamo, manterremo tutti i controlli necessari».
Prudente il sindaco di Cesenatico, Matteo Gazzolo: «Un passo avanti, ma in questa fase manterrei ancora lo spirito di gradualità. Ho molte pressioni da cittadini, commercianti, persino surfisti ma sto dicendo a tutti di portare pazienza, non possiamo rischiare di vanificare gli sforzi fatti. Finché la spiaggia è inibita e i bar e i ristoranti sono chiusi, non c’è fretta di pernottare».