Corriere di Bologna

Il prefetto blocca il blitz di Alan Fabbri

Il sindaco leghista: «Il governator­e ci aiuti»

- Di Francesca Blesio

Con un’ordinanza, il sindaco di Ferrara aveva anticipato la riapertura dei negozi all’11. La Prefettura ha bloccato tutto. E Alan Fabbri si appella a Bonaccini.

Giusto il tempo di firmare, che l’ordinanza sulla riapertura anticipata delle attività di vendita al dettaglio veniva bloccata dalla Prefettura. È stata fermata sul nascere la fuga in avanti di Ferrara e del primo cittadino Alan Fabbri.

Sorpreso, sindaco?

«È chiaro che ci muoviamo sui limiti della giurisprud­enza per quanto riguarda le autonomie degli enti locali e c’è un decreto legge che dice che le autorità sanitarie possono applicare ordinanze in base ai principi di adeguatezz­a e di proporzion­alità per quanto riguarda il rischio presente sui vari territori nazionali. Noi ci siamo mossi su questa breccia. È giusto che territori come il nostro, con pochi contagi, abbiano il diritto di muoversi in maniera diversa».

Non crede che anticipare significhi rischiare?

«Parliamo di esercizi commercial­i simili a quelli già aperti. Se ho un negozio di scarpe non dovrei avere meno diritti di uno che vende libri, così se vendo abiti per adulti dovrei avere gli stessi diritti del collega che vende vestitini per i bambini, idem per un orafo e un ferramenta».

Come sindaci, ritenete di avere avuto troppa poca voce in capitolo finora?

«Credo che in una fase di emergenza sia importante che ci sia una persona che diriga. E fin qui mi sono rimesso alle decisioni. Ma sono anche stato uno dei primi a chiudere l’università, sono stato il primo a chiudere cimiteri e parchi, a dare le mascherine e renderle obbligator­ie e oggi, con i dati che abbiamo — ieri abbiamo avuto 1 solo positivo in un comune di 140 mila abitanti — se mi prendo la responsabi­lità di aprire i negozi non sono pazzo».

Sulla sua pagina Facebook, leggo che si appella direttamen­te a Stefano Bonaccini.

«Sì, siamo al suo fianco nel momento in cui sta chiedendo le aperture prima. Ci dia una delega e lotti per far sì che anche i comuni abbiano un potere in più su zone che sono state meno colpite. Chiedo a Stefano, che è un amico e con cui c’è un rapporto di fiducia, anche se dal punto di vista politico la pensiamo diversamen­te su tanti temi, che sul territorio si faccia qualcosa».

Dopo lo stop della Prefettura, vi fermate?

«Voglio capire perché l’ordinanza è stata dichiarata “inefficace” confrontan­domi con i miei legali e, nel caso in cui si potesse, aprire, sempre che i commercian­ti non rischino multe. Siamo stanchi, non possiamo permettere che la gestione della fase due sia legata a un codice ateco. Deve essere legata a un tema sanitario o di sicurezza non alla burocrazia. Spero nell’intervento della Regione. Non va bene l’11 maggio? Si faccia il 15, ok, l’importante è che portiamo a casa un risultato: l’Emilia-Romagna e questo territorio se lo meritano perché siamo stati corretti e bravi. E paghiamo le tasse».

Sarebbero solo tre giorni...

«Ma anche solo tre giorni, in questo momento, sono importanti. E magari poi anticipiam­o altri settori. Guardi che c’è gente che non arriva a riaprire, se continuiam­o così».

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 Alan Fabbri è il sindaco di Ferrara, primo leghista a ricoprire questa carica nella città

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