Il ritorno dei pellegrini a San Luca
Ufficializzata la discesa senza processione. Prevista la benedizione ma in una piazza Maggiore deserta A bordo di un furgoncino, l’icona sfilerà davanti a ospedali, carcere e cimiteri
Con la fine del lockdown tornano i pellegrini a San Luca. C’è chi sale (i pellegrini, appunto) e chi scende (la Madonna). L’icona sarà portata nei luoghi simbolo della lotta contro il Covid-19.
Protetta da una teca di vetro, visibile dalla parte scoperta di un furgoncino che la porterà giù dal Colle della Guardia con qualche piccola ma non significativa modifica del percorso tradizionale fino alla cattedrale di San Pietro, l’immagine della Beata Vergine di San Luca non solo sarà in città nelle date previste, dal 16 al 24 maggio, ma poggerà il suo sguardo sui luoghi della sofferenza e della «lotta contro il male», davanti ai quali verrà condotta nel giorno della risalita.
Gli ospedali cittadini e i cimiteri, già ipotesi nei giorni più difficili della pandemia dilagante, quando poi si è deciso per un più prudente e isolato giro attorno al santuario, non saranno gli unici. Anche il carcere della Dozza, oggetto della rivolta dei detenuti, e le case di riposo più colpite avranno la loro benedizione. Così come non mancherà quella alle ore 18, mercoledì 20 maggio, in una piazza Maggiore che si preannuncia blindata e deserta, davanti ai gradoni della basilica di San Petronio. «Sarà idealmente piena e unita nella preghiera» dice il vicario generale, monsignor Giovanni Silvagni. «È un elemento di grande rassicurazione per tutti» continua Silvagni a proposito della discesa, «la presenza della Madonna è materna, dà fiducia e coraggio per superare le difficoltà».
Niente processioni, e niente messe se non cadranno i divieti, ma la possibilità di seguire le celebrazione in tv e streaming. Durante la permanenza dell’icona sacra all’interno della cattedrale però, nel rispetto delle norme e con le misure di sicurezza concordate con la Prefettura, si potrà entrare per la preghiera personale esattamente come accade nelle altre chiese. Quello che sta accadendo con forza da lunedì, all’inizio della fase 2, quando i bolognesi hanno potuto riprendere la via del porticato e arrivare su al santuario. Accolti dai cartelli di bentornato affissi da Don Remo Resca, il rettore quasi pentito di averlo fatto. «Li toglierò presto, il portico non va toccato, anche se vale un’eccezione». Dopo l’amarezza per lo sfregio con le scritte a firma anarchica di Pasquetta stavolta questa «sete di vita e intensità di preghiera commuove. Tutti ci dicono quanto sia mancato salire su e omaggiare la Madonna. Un uomo di mezza età ad alta voce pregava e si rivolgeva all’immagine della Vergine ricordando come ci abbia sempre aiutato. In un momento difficile, in cui tanti ci raccontano di aver perso il lavoro e le altre sofferenze».
Porte spalancate e tutte le misure adottate. «La gente arriva con grande ordine e rispetto, nessuna calca ma un viavai continuo. Abbiamo previsto percorsi obbligati, igienizzanti, ridotto le sedie, indicato i distributori automatici dell’acqua per evitare l’utilizzo della fontana». Perché, dice Don Remo, «servono due cose, prudenza e cordialità. Invito chi sale a fare come in montagna, salutarsi da lontano anche senza conoscersi». D’altronde il Colle e il suo santuario sono vetta e rifugio della città.