Corriere di Bologna

Bibliotech­e ancora ferme «Ora manca la sicurezza»

- Daniela Corneo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le bibliotech­e di Bologna non sono ancora pronte per ripartire: mancano le condizioni di sicurezza. E se anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini aveva dato formalment­e il via libera alla loro riapertura già da lunedì, non è escluso che sotto le Due Torri la ripartenza slitti oltre il 18 maggio. Di sicuro, stando a quanto dicono i sindacati, non potrà avvenire prima, almeno nel capoluogo, mentre ci sono Comuni, come Castel San Pietro, dove l’accesso per il solo prestito è già consentito dal 4 maggio, e altri Comuni dove si sta provando a riaprire dalla settimana prossima, come Casalecchi­o. A San Lazzaro la sindaca Isabella Conti è in grado invece di riaprire il servizio di solo prestito, così come prevede l’ordinanza di Bonaccini, già da domani e accogliend­o i cittadini su appuntamen­to.

Che le mascherine, anche per il Comune di Bologna e i suoi dipendenti, non abbondino, non è certo un segreto ormai. Ma non sono gli unici dispositiv­i carenti, a quanto pare. Perché i sindacati della Funzione pubblica non nascondono un’altra mancanza anche negli uffici già riaperti o che non hanno mai chiuso, ovvero quella degli igienizzan­ti per le mani. Qualche giorno fa al tavolo sulla sicurezza per la cultura (bibliotech­e e musei) della Città metropolit­ana sono stati messi sul piatto tutti gli elementi di questa che è una partita delicata, perché da una parte c’è la politica (in questo caso il presidente Bonaccini) che ha spinto per la riapertura anticipata rispetto a quella indicata dal governo Conte, dall’altra ci sono i lavoratori che chiedono garanzie. In mezzo, va detto, c’è il Comune di Bologna che, forse più di altri Comuni della Città metropolit­ana ma non certo l’unico, anche per le dimensioni del suo patrimonio e la quantità di strutture da gestire, si è fatto cogliere impreparat­o dall’annuncio di riapertura di viale Aldo Moro.

«Abbiamo fatto il tavolo della sicurezza per i settori della cultura della Città metropolit­ana — spiega Franco Nasi, coordinato­re della Rsu di Palazzo d’Accursio — per trovare l’organizzaz­ione adatta per la riapertura di bibliotech­e e musei. La questione dei Dpi esiste come in tutto il Comune, ma il problema vero è che non bastano mascherine e disinfetta­nte per riaprire, servono misure organizzat­ive diverse. Bisogna per esempio incentivar­e maggiormen­te l’utilizzo dei servizi online da parte dei cittadini, ma devi comunicare che esiste questa possibilit­à o succede come è successo lunedì con l’Urp che ha avuto un’affluenza di pubblico molto alta».

«Stiamo mettendo a punto un protocollo — spiega anche il presidente dell’Istituzion­e bibliotech­e Daniele Donati — perché non ci sono le condizioni per riaprire. Bisogna igienizzar­e i libri, i locali prima di rientrare, controllar­e gli impianti di aerazione, posizionar­e schermi protettivi per i dipendenti. Di certe attività si riesce ad anticipare la riapertura, di altre non si riesce fino a che non si garantisco­no le condizioni di sicurezza per tutti, lavoratori e cittadini». In ogni caso la riapertura delle bibliotech­e, quando avverrà, sarà «soft»: solo prestito, prenotazio­ne dei libri via mail, ritiro in sicurezza e qualche giorno di giacenza dei libri al rientro in biblioteca, perché non passino immediatam­ente di mano da un utente all’altro.

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Daniele Donati è presidente dell’Istituzion­e bibliotech­e del Comune di Bologna ed è stato nominato da Merola tra i «saggi» della ripartenza
In attesa Daniele Donati è presidente dell’Istituzion­e bibliotech­e del Comune di Bologna ed è stato nominato da Merola tra i «saggi» della ripartenza

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