Biblioteche ancora ferme «Ora manca la sicurezza»
Le biblioteche di Bologna non sono ancora pronte per ripartire: mancano le condizioni di sicurezza. E se anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini aveva dato formalmente il via libera alla loro riapertura già da lunedì, non è escluso che sotto le Due Torri la ripartenza slitti oltre il 18 maggio. Di sicuro, stando a quanto dicono i sindacati, non potrà avvenire prima, almeno nel capoluogo, mentre ci sono Comuni, come Castel San Pietro, dove l’accesso per il solo prestito è già consentito dal 4 maggio, e altri Comuni dove si sta provando a riaprire dalla settimana prossima, come Casalecchio. A San Lazzaro la sindaca Isabella Conti è in grado invece di riaprire il servizio di solo prestito, così come prevede l’ordinanza di Bonaccini, già da domani e accogliendo i cittadini su appuntamento.
Che le mascherine, anche per il Comune di Bologna e i suoi dipendenti, non abbondino, non è certo un segreto ormai. Ma non sono gli unici dispositivi carenti, a quanto pare. Perché i sindacati della Funzione pubblica non nascondono un’altra mancanza anche negli uffici già riaperti o che non hanno mai chiuso, ovvero quella degli igienizzanti per le mani. Qualche giorno fa al tavolo sulla sicurezza per la cultura (biblioteche e musei) della Città metropolitana sono stati messi sul piatto tutti gli elementi di questa che è una partita delicata, perché da una parte c’è la politica (in questo caso il presidente Bonaccini) che ha spinto per la riapertura anticipata rispetto a quella indicata dal governo Conte, dall’altra ci sono i lavoratori che chiedono garanzie. In mezzo, va detto, c’è il Comune di Bologna che, forse più di altri Comuni della Città metropolitana ma non certo l’unico, anche per le dimensioni del suo patrimonio e la quantità di strutture da gestire, si è fatto cogliere impreparato dall’annuncio di riapertura di viale Aldo Moro.
«Abbiamo fatto il tavolo della sicurezza per i settori della cultura della Città metropolitana — spiega Franco Nasi, coordinatore della Rsu di Palazzo d’Accursio — per trovare l’organizzazione adatta per la riapertura di biblioteche e musei. La questione dei Dpi esiste come in tutto il Comune, ma il problema vero è che non bastano mascherine e disinfettante per riaprire, servono misure organizzative diverse. Bisogna per esempio incentivare maggiormente l’utilizzo dei servizi online da parte dei cittadini, ma devi comunicare che esiste questa possibilità o succede come è successo lunedì con l’Urp che ha avuto un’affluenza di pubblico molto alta».
«Stiamo mettendo a punto un protocollo — spiega anche il presidente dell’Istituzione biblioteche Daniele Donati — perché non ci sono le condizioni per riaprire. Bisogna igienizzare i libri, i locali prima di rientrare, controllare gli impianti di aerazione, posizionare schermi protettivi per i dipendenti. Di certe attività si riesce ad anticipare la riapertura, di altre non si riesce fino a che non si garantiscono le condizioni di sicurezza per tutti, lavoratori e cittadini». In ogni caso la riapertura delle biblioteche, quando avverrà, sarà «soft»: solo prestito, prenotazione dei libri via mail, ritiro in sicurezza e qualche giorno di giacenza dei libri al rientro in biblioteca, perché non passino immediatamente di mano da un utente all’altro.