Via i turisti e fuorisede Affitti senza sbocchi
L’emergenza sanitaria di questi mesi ha provocato una drastica riduzione della domanda degli affitti brevi. L’assenza di turisti in città, stranieri e non, ha mandato in crisi un settore che navigava a gonfie vele. E, proprio quando il mercato sembra orientato a tornare ad ampliare l’offerta per gli studenti, questi potrebbero non averne più bisogno.
Secondo Nomisma, infatti, circa un quarto degli studenti fuorisede rinuncerà ad avere un alloggio fisso in città nel caso in cui l’Alma Mater non riapra regolarmente a settembre. O garantisca la didattica online, come sarà.
«Il rischio è che una parte significativa di studenti opti per soluzioni a distanza — spiega Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma —. Molti decideranno di non venire in città se avranno la maggior parte della didattica online e solo un accesso parziale alle lezioni frontali. Questo avrà un impatto importante su tutta la città, al di là delle dinamiche del settore immobiliare perché significherebbe privarsi di una fonte di ricchezza economica e sociale».
L’emergenza sanitaria ha portato non solo molti giovani a lasciare Bologna per tornare nei propri comuni di residenza, ma ha innescato anche un clima di tensione tra locatori e affittuari che faticano sempre più a pagare il canone. Tra sospensione dei contratti, morosità e rinegoziazione degli accordi, il futuro del mercato degli affitti è sempre più incerto.
«Nel breve periodo sicuramente il mercato degli affitti brevi, che ora si è ridimensionato, non tornerà ai livelli pre Covid — spiega Dondi —. Credo che molta dell’offerta che a oggi puntava sugli affitti di qualche giorno si sia orientata verso soluzioni di qualche mese. Se a settembre si conferma la riduzione della domanda di affitto breve e l’assenza di turismo straniero, allora ci sarà una maggiore offerta anche per gli studenti proprio perché i proprietari dovranno trovare delle alternative, ma non è detto poi che gli studenti non preferiscano comunque soluzioni di lungo periodo».
I proprietari che affittavano ai turisti stanno prendendo tempo, predisponendo affitti per qualche mese in attesa di capire se e quando si potrà tornare alla normalità. A settembre, però, sarà il momento di prendere decisioni più strutturali per valutare se ci sono le condizioni per mantenere gli immobili sul mercato degli affitti brevi o se convenga invece re-immetterli nella locazione tradizionale. Se quest’ultima ipotesi dovesse verificarsi, ci sarebbe quindi un potenziale aumento dell’offerta.
«Questa situazione avrebbe un effetto di contenimento dei canoni perché ovviamente verrebbe meno quella parte che ha contribuito più delle altre ad alimentare la crescita negli ultimi anni, che è proprio quella degli affitti brevi— conclude Dondi —. I proprietari potranno scegliere tra più soluzioni, ma non escludo anche che una parte non trascurabile di offerta deciderà di non mantenere sul mercato gli immobili, pensando al fatto che qualche famiglia a causa della crisi economica post Covid fatichi a garantire la regolarità dei pagamenti».