Corriere di Bologna

«Troppi casi e morti nelle Cra ripensiamo i servizi per anziani»

Il commissari­o Venturi: «Usiamo le mascherine per senso civico»

- Marina Amaduzzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I 32 nuovi decessi in EmiliaRoma­gna per il coronaviru­s, di cui 11 a Bologna, fanno dire al commissari­o ad acta Sergio Venturi che sarà necessario «rivoluzion­are» i servizi per gli anziani. «Quei decessi — dice nel suo quotidiano aggiorname­nto — sono probabilme­nte l’ultima coda di persone provenient­i dalle Cra, vista l’età media di 81-82 anni».

«Una delle cose che reputo più urgenti nella fase postCovid è ripensare completame­nte l’assetto dei servizi per gli anziani — afferma il commissari­o — dovremo immaginare servizi più rispettosi dei luoghi dove farli rimanere». Venturi sottolinea quindi «la necessità di tenerli il più possibile nelle case, anche perché gli anziani rimasti a casa loro non si sono ammalati». Questo significa creare «soprattutt­o dei condominir­esidenza — sostiene il commissari­o — dove ci sono portinerie sociali e sanitarie, dove c’è il medico se serve e quando serve, dove ci sono infermieri, psicologi e operatori». Gli anziani, insiste Venturi, «devono stare in una casa e se la chiamiamo protetta dobbiamo cambiare. E dovranno avere un accreditam­ento regionale: è troppo importante misurare la qualità, il sistema non può dipendere da altri soggetti».

I dati di ieri confermano l’andamento positivo: 104 i positivi in più in Emilia-Romagna, 362 i guariti in più, 290 i casi attivi in meno. I pazienti in terapia intensiva sono 176, a fronte di una disponibil­ità aggiuntiva di letti di 391 (15 in meno rispetto al giorno prima), mentre sono calati di 101 quelli nei reparti Covid dove i letti sono 3.602, 46 in meno rispetto al giorno prima.

Numeri positivi che non devono far abbassare la guardia. «Bisogna essere prudenti — è l’appello di Venturi —. Nelle prossime settimane danzeremo, avremo un andamento oscillante come in Sud

Corea e Singapore. Non avremo picchi, dovremo convivere ancora un po’ con questo virus, ma cerchiamo di non renderci responsabi­li di questa danza, che non è piacevole». Ricorda che «il distanziam­ento, la mascherina e il lavarsi spesso le mani sono ancora utili, ci rendono quasi invulnerab­ili al virus». E sulla mascherina insiste in modo particolar­e. «Non c’è per ogni cosa la necessità di definire un obbligo — afferma — proviamo a essere dotati di senso civico, che ci servirà anche domani, non solo in questa fase. Se giriamo in strada è buona norma d’igiene oggi tenere la mascherina, anche se siamo a tre o quattro metri di distanza. Proteggiam­o noi e gli altri».

” Bisogna essere prudenti, nelle prossime settimane danzeremo, avremo un andamento oscillante dei contagi

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Commissari­o Sergio Venturi

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