«Spin», insieme per sostenere cultura e spettacoli
L’idea è nata in pre-emergenza ma sembra pensata ad hoc per questo periodo. Si è infatti appena costituita una nuova associazione d’innovazione. Si chiama Spin, è all’interno dell’Agis, ha carattere nazionale, è rivolta alle realtà medio piccole dello spettacolo dal vivo e delle sette macroaree in cui è suddivisa in Italia, quella dell’Emilia-Romagna è stata tra le prime. Al momento la città satellite è Parma, ma l’attenzione è anche su altre città della regione. Paolo Imperitura, socio fondatore e vicepresidente di Spid, residente a Parma come
Silvano Orlandini, altro socio fondatore, ci spiega il senso dell’iniziativa. Partendo dalla stessa scelta della sigla.
«Eravamo alla ricerca di un nome che unisse le parole spettacolo, pubblico, innovazione e il carattere nazionale. Tutti noi abbiamo esperienze di 15, 20 anni di spettacolo dal vivo, a partire dalla presidente Valentina Gallo. Un giorno io e lei ci siamo trovati a parlare di quanto mancasse in Italia una rete territoriale che raggruppasse e supportasse le realtà medio-piccole. Un discorso ripreso proprio a pandemia scoppiata. Con l’Agis abbiamo trovato un interlocutore che ha capito benissimo quanto sia importante ripartire dai piccoli per concepire in modo nuovo lo spettacolo in Italia. Così, dopo avere affrontato settimane di conferenze in Meet, »oom, chiamate Skype a orari assurdi, siamo qua». Inclusività, semplificazione nella diffusione di bandi nazionali ed europei, luogo di rappresentatività istituzionale e tutela per chi opera nel teatro, danza, musica dal vivo, progettazioni e studi di fattibilità: questi alcuni punti per «uscire dal proprio orticello, una dimensione che per il settore purtroppo è quasi prassi. Per questo stiamo avviando un dialogo con le Regioni,
oltre che con il Mibact».
Se fosse uno slogan sarebbe: Sì progettualità, no assistenzialismo. «Domani (oggi, ndr) invieremo una mail ufficiale alla Regione Emilia-Romagna con richieste e soprattutto proposte, tra cui l’equiparazione dell’Iva all’editoria. Nello spettacolo è differenziata tra artisti, tecnici, fornitori e via dicendo. È assurdo. Dialogando con il Ministero sta prendendo piede anche lo spettacolo e la cultura come salute. Allora, se in farmacia si scaricano le medicine, perché non farlo col teatro o il cinema? Sono cura dell’anima. Lo abbiamo visto in questi mesi con lo streaming e i canti ai balconi». Altro tema caldo: la cultura e il turismo come due ambiti a stretto contatto per una ripresa più efficace.