Bologna Estate, la cultura riparte dalle periferie
Lepore: «Aperto il dialogo con Roma, spettacoli da giugno a settembre»
«Bologna Estate è salva». Parola dell’assessore alla Cultura Matteo Lepore. L’idea è quella di occupare le periferie con piccoli spettacoli. Ma serve ancora il via libera del governo.
«Bologna Estate è salva». Sono parole cariche di ottimismo quelle dell’assessore alla Cultura Matteo Lepore, ma che nell’obbligata ristrutturazione del palinsesto causa covid, ora ripensato in una forma diffusa con tanti piccoli eventi sparsi in città, necessitano del via libera da parte del governo con annessi protocolli. «Il dialogo con il ministro Franceschini è aperto, lui è a conoscenza del programma culturale che abbiamo ideato (e così altre amministrazioni ,ndr), siamo fiduciosi, fra due settimane dovremmo avere una risposta», precisa l’assessore. Dovesse però arrivare un «no», l’amministrazione è pronta ad agire in una qualche forma alternativa, «nonostante i 6,5 milioni della tassa di soggiorno non incassati ma che contiamo di recuperare nella revisione di bilancio, abbiamo risorse ad hoc: i 400mila euro già stanziati per un’edizione estiva che ora siamo impegnati a riscrivere».
Niente cinema in piazza, si sa, ma la Cineteca ci sarà e sta studiando il modo di offrire al
” Vogliamo offrire qualcosa alle famiglie e ai bimbi e ridare respiro al settore culturale fermo al palo
pubblico il suo 20esimo cartellone estivo: «Dovremo risolvere la modalità di fruizione, ma non ci fermiamo, oggi è impossibile fare annunci precisi», dice il direttore Gian Luca Farinelli. Da non escludere neppure il progetto dell’architetto Mario Cucinella di tanti schermi di periferia collegati in contemporanea con le proiezioni previste dalla Cineteca per un Cinema pubblico che esce da Maggiore.
Quella pensata a Palazzo d’Accursio sarà un’estate impensabile fino a ieri, particolare, diversa da tutte quelle passate: non grandi raduni e manifestazioni, con il centro storico protagonista, ma piccoli spettacoli e micro eventi parcellizzati sul territorio e in particolare nelle periferie. Inimmaginabile prima del virus, ma proprio per l’emergenza si profila coraggiosa e sperimentale, innovativa. «Spettacoli dal vivo a costo zero per lo Stato. L’idea ha preso corpo dopo il tema dei dehors: se concediamo più spazio per mangiare, non possiamo negarlo alla cultura», spiega Lepore. «Utilizzeremo spazi pubblici aperti, ma anche caseggiati e cortili se con le giuste caratteristiche e in grado di rispondere ai protocolli di sicurezza. Pensiamo a una sorta di miniteatri di quartiere, zone recintate o da delimitare dove mettere le sedie distanziate con percorsi protetti. Pubblico massimo 50 persone. Eventi per lo più gratuiti, con ingresso su prenotazione probabilmente sul sito del Comune. Stiamo ancora mettendo a punto il “format” da presentare al governo». Palinsesto in itinere, una grande opportunità per far ripartire anche artisti e operatori culturali. Cinema, teatro, musica, danza, ma anche letture, incontri, burattini e quant’altro. Tutto il possibile purché in modalità di sicurezza, per tutti, «la nostra priorità». Pubblico non solo presente davanti ai palchi, ma quando la location lo consente, anche dalle finestre e dai balconi. «In questa fase vogliamo offrire qualcosa di particolare a famiglie e bambini. Ma pensiamo che questa formula possa aiutare anche le persone anziane che troveranno sotto casa o nelle immediate vicinanze l’occasione culturale o di svago». Intrattenimento a misura: «Coinvolgeremo le associazioni di quartiere e oggi sulla mia pagina Facebook posterò un questionario per la cittadinanza, per raccogliere desideri, necessità, timori, suggerimenti su cosa si immaginano per questa estate. Una cosa è certa, niente movida, nessun assembramento». Tempistica ballerina come tutto. E sugli orari degli eventi: «Non vogliamo invadere tutto lo spazio delle persone. Noi siamo pronti da giugno a settembre. Alcuni progetti presentati nel bando pre Covid-19 si potranno attuare, per altri si cerca una declinazione diversa, per il restante c’è un dialogo aperto con i proponenti se in grado di presentare qualcosa di alternativo compatibile con la situazione attuale».
Un’estate del genere darebbe lavoro e respiro a tanti operatori da mesi fermi al palo, artisti e maestranze (ora riuniti nella piattaforma Chiamate noi). In strada ad aiutare i cittadini ci saranno volontari nel ruolo di facilitatori. «Quelli che oggi portano a casa la spesa per intenderci o del Telefono amico, sebbene da sempre lotto per far pagare chi lavora nella cultura». La nuova estate arriverà anche in montagna, «da tre anni il comune versa 70mila euro per il territorio, ci saranno eventi anche lì, per un turismo che sarà soprattutto italiano».