Dalla strada a YouTube «Amor nello specchio» tra rifiuto e attrazione
La pièce di Andreini diretta dal regista Luca Ronconi
Sembrava un’isola lontana dal mondo. Non si sentivano rumori di automobili. Solo le voci degli attori tra quei vecchi smaglianti edifici, riflessi in una strada lastricata di specchi per 60 metri. Il Palazzo dei Diamanti con il suo bugnato biancorosa e qualche austera casa con mattoni a vista. Sul fondo lampioni dalla luce arancione e una fila di alberi verso le mura della città. Amor nello specchio di Giovan Battista Andreini fu allestito da Luca Ronconi su Corso Ercole I d’Este a Ferrara nel 2002.
Ricorrevano i 500 anni dello sposalizio tra Lucrezia Borgia e Alfonso I duca della città estense, e al regista più famoso d’Italia Comune e teatro Comunale chiesero di riallestire l’Orlando furioso che nel 1969 lo aveva reso famoso nel mondo. L’impresa era impossibile e la controproposta fu questo spettacolo incentrato su narcisismo e altre «aberrazioni erotiche», come si leggeva nel programma, scritto da un autore famoso nel periodo barocco, figlio dei due più celebrati comici dell’arte, Isabella e Francesco Andreini.
Gioco di specchi amorosi, di rifiuti e attrazioni, di tensioni omoerotiche e di spostamenti del piacere su piani mentali e simbolici. La clamorosa ambientazione scenografica enfatizzava il senso profondo dell’opera, i suoi sdoppiamenti, il riflettersi nell’altro per sfuggire o per cercare la perfezione dell’ermafrodita da cui si erano distaccati il maschile e il femminile fusi, un discorso attualissimo. Fu la prima uscita del Centro Teatrale Santacristina, fondato da Ronconi con Roberta Carlotto, allora dirigente Rai, e da Mariangela Melato, protagonista dello spettacolo con Manuela Mandracchia e Alvia Reale, alla testa di un gruppo di giovani attori.
Ed è proprio il centro teati trale umbro, che continua il lavoro del maestro, a riproporre in questi giorni sul proprio canale YouTube la ripresa integrale dello spettacolo montata da Ariella Beddini, ma anche momenti delle prove e uno speciale con vari materiali e interviste. Il Centro ha già pubblicato altri documendal ricchissimo archivio del regista: varie clip di Atti di guerra con Massimo Popolizio e la ripresa di un Un altro Gabbiano da Cechov.
Assistente di Ronconi per Amor nello specchio era Claudio Longhi, oggi direttore artistico di Ert e regista, che ricorda: «Fu l’ultimo lavoro che feci con Luca in un lungo percorso iniziato nel 1992, a parte una collaborazione tra 2005 e 2006 per il “Progetto Domani”. Quell’anno vinsi il concorso all’Università e iniziai a insegnare». È un lavoro, ci confida, a cui è molto legato: «In quell’occasione si cementò il mio rapporto con Mariangela Melato, con la quale avevo già lavorato in Il lutto si addice ad Elettra e in Quel che sapeva Maisie. La cosa che più ricordo è il modo con cui Ronconi provava con lei, un rapporto libero, che faceva capire come tra i due ci fosse un legame, un’intesa particolare, sviluppata in anni di collaborazioni. Gli altri attori cercavano di prendere i toni e le posture che lui suggeriva. Quando Ronconi parlava prendevano appunti e non lo guardavano. E invece lei lo fissava, perché sapeva che la comprensione di quel suo stranissimo modo di rigirare la battuta per far emergere il pensiero passava dagli occhi. Ricordo come un’emozione grandissima la preparazione nel teatro Comunale stravolto per ricreare i 60 metri di strada e la settimana che provammo in Corso Ercole I d’Este. Mi rivedo con Luca, noi due, soli, sulla gradinata al tramonto, davanti al palazzo dei Diamanti: era ogni volta un tuffo al cuore».
” Claudio Longhi Ricordo l’emozione nel preparare il teatro e la settimana di prove in Corso Ercole I d’Este