Corriere di Bologna

De Stefano dirige la storia dei club «A luglio sul set»

- Andrea Tinti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ha un passato nella musica e ora dirige film e documentar­i, il regista bolognese Giangiacom­o De Stefano, come tutti, ha visto interrompe­rsi da un momento all’altro la sua attività. Tra i suoi ultimi lavori At the matinée, sulla scena musicale newyorkese.

A quali progetti stava lavorando prima dell’epidemia?

«Stavo e sto lavorando a due progetti. Uno da girare nelle Marche che è in stand by, l’altro un film documentar­io intitolato Disco Ruin che racconta la storia delle discoteche italiane dagli anni Sessanta ai Novanta».

Come pensa che possa cambiare il suo lavoro nei prossimi mesi?

«Ci sto pensando molto. A luglio dovrei cominciare a girare e sono preoccupat­o. Più che per le riprese, che si possono comunque gestire, dei protocolli relativi al lavoro o di questioni complesse come gli spostament­i. Come posso far muovere una troupe anche piccola se devo mantenere il distanziam­ento sociale?».

Come vede il futuro della settima arte?

«Non lo so. Penso che ad esempio il Festival di Venezia (confermato dalla Biennale, ndr) possa essere una vetrina per il rilancio del Paese. Per il futuro ci vorrebbe una visione d’insieme e non ragionare per settori compartime­ntati».

Questi mesi di quarantena le hanno portato qualcosa di buono nella vita?

«Sto vivendo questi giorni con mia figlia. Lei ha quasi 11 anni e lo stare assieme in modo così continuati­vo è stata una prova che assieme abbiamo superato con un grande equilibrio. Di questo sono molto felice».

Come si prepara per il ritorno alla «normalità»?

«Non amo la retorica dell’andrà tutto bene, ma nonostante questo, guardo al ritorno alla normalità con la consapevol­ezza dei miei mezzi e del sapermi adattare ai cambiament­i».

Quali aiuti dovranno essere predispost­i per il comparto audiovisiv­o?

«Con grande onestà dico che per il nostro settore i soldi ci sarebbero già. Non tutti, ma una parte. Quello che mi preoccupa è come saranno spesi e se quelli già stanziati saranno usati solo per le grandi produzioni romane, oppure verranno in aiuto a chi produce fuori dalla capitale».

Guardando fuori dalla finestra di casa cosa vede?

“Vedo la primavera nel pieno della sua bellezza. Sono una persona portata ad esser positiva e il mondo visto da casa per me risulta ancora meraviglio­so».

Quando potrà qual è la prima cosa che farà?

«Sarà un giro in bici».

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Il regista Giangiacom­o De Stefano al lavoro nella sua abitazione

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