Corriere di Bologna

Bimbi perduti e lezioni online Scuola bocciata

Genitori e docenti intervista­ti sulla didattica a distanza dopo segnalazio­ni di bimbi mai connessi: «Un problema rilevante» E Versari stila il «vademecum» per la valutazion­e degli studenti Sondaggio di Scuola e Costituzio­ne: «Serve un’indagine dell’Uffici

- Di Daniela Corneo

«Ifenomeno dei bambini dispersi a scuola è rilevante. Il 13% mai connesso». Lo dice un sondaggio su famiglie e docenti di Scuola e Costituzio­ne.

La didattica a distanza resa necessaria dall’emergenza coronaviru­s raggiunge davvero tutti? Quanti sono i bambini usciti in questi mesi dai «radar» delle scuole. Dopo diverse segnalazio­ni di alunni, soprattutt­o della primaria, di cui si sono perse quasi da subito le tracce, dopo la chiusura degli istituti scolastici a causa del Covid-19 lo scorso 23 febbraio, il Comitato Scuola e Costituzio­ne ha deciso di «indagare» e ha lanciato un sondaggio, dal 27 aprile al 5 maggio, coinvolgen­do 251 cittadini di Bologna e provincia per avere il polso (quantitati­vo, non qualitativ­o) della situazione. L’85% delle risposte è arrivato da genitori, il resto da insegnanti.

Quello che emerge dal sondaggio — in tutto 13 domande — è che il fenomeno dei cosiddetti bambini perduti è «rilevante», lo definisce il Comitato che oggi manderà il risultato della sua indagine all’Ufficio scolastico provincial­e, a quello regionale e al Miur, chiedendo di avviare un’indagine approfondi­ta. «Il 30% dei genitori — spiegano da Scuola e Costituzio­ne — e il 33% degli insegnanti che ci hanno risposto dichiarano di essere a conoscenza di bambini che in qualche modo hanno perduto il contatto con la propria scuola». Ma la perdita di contatto ha «gradazioni» diverse, a leggere il sondaggio del Comitato, fino ad arrivare alla mancanza totale di qualunque contatto con la propria scuola, situazione che riguarda (e qui al sondaggio del Comitato hanno risposto in 211 tra insegnanti e genitori) il 13% dei bambini in questione.

Ma anche il numero dei contatti settimanal­i con la scuola conta per capire il fenomeno della dispersion­e: secondo gli intervista­ti, tra chi un contatto con la scuola l’ha comunque mantenuto, il 30% l’ha avuto tutti i giorni, il 21,8% tre giorni alla settimana, il 23,6% solo un giorno alla settimana, mentre il 24,5% ha dichiarato di non saperlo. Ma c’è anche la mancanza di contatti con i compagni di scuola che preoccupa Scuola e Costituzio­ne: «Altrettant­o preoccupan­te — commenta il Comitato — il dato per cui il 16% degli studenti non ha contatto con i propri compagni di classe».

Le criticità maggiori, a leggere i dati raccolti, si riscontran­o nella scuola primaria: è qui che, per il 54,5% dei sondati, ci sono più bambini usciti dai «radar» delle scuole e questo accade più in centro storico (per il 42,8% degli intervista­ti) che in periferia (37,4%). Ma in che modo gli insegnanti contattano i propri alunni? Il 33,3% risponde con le video lezioni, il 13% con whatsapp, il 41,5% dice che i modi del contatto sono molteplici. La piattaform­a «vincente»: Google Meet.

«Solo l’ultima domanda del sondaggio — spiega il presidente del Comitato Scuola e Costituzio­ne, Bruno Moretto — è qualitativ­a: abbiamo chiesto di indicare, in una scala da 1 a 10, come vivono la situazione i bambini e i ragazzi: il 46% tra famiglie e insegnanti ha dato un giudizio negativo e il 19,4%, la percentual­e più alta, si è fermato al 6. Non ci addentrere­mo in alcun giudizio sulla didattica a distanza, ma intanto vorremmo risposte sugli studenti che di fatto non stanno facendo scuola. Chiediamo che l’Ufficio scolastico regionale avvii un’indagine capillare».

Intanto proprio l’Ufficio scolastico regionale l’altro giorno ha messo nero su bianco l’esigenza di approfondi­re e «classifica­re» le esperienze della didattica a distanza che si stanno realizzand­o, in base ai dati raccolti in un’indagine nei vari istituti scolastici dell’Emilia-Romagna. Indagine che ha riguardato, in questi mesi, anche il sistema di valutazion­e degli alunni da parte degli insegnanti in un momento in cui il contesto ha avuto un peso determinan­te. È guardando a quello che hanno fatto gli istituti emiliano-romagnoli che il direttore Stefano Versari ha deciso di stilare un «vademecum» in cui invita i docenti a valutare «il processo di apprendime­nto, non sono il prodotto», a «non avere e trasmetter­e l’ossessione del voto», «a curare l’autovaluta­zione dello studente per aumentarne la consapevol­ezza» e a «coinvolger­e con tempestivi­tà e trasparenz­a le famiglie».

 ?? Aula vuota ?? Dallo scorso 24 febbraio le scuole si sono svuotate per l’emergenza coronaviru­s e le lezioni si sono spostate online
Aula vuota Dallo scorso 24 febbraio le scuole si sono svuotate per l’emergenza coronaviru­s e le lezioni si sono spostate online

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