Corriere di Bologna

Effe e V, la strana alleanza «anti porte chiuse»

I due club uniti contro la ripartenza a ottobre senza tifosi. Il peso degli incassi da botteghino

- Luca Aquino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Acerrime rivali sul campo ma allineate nelle battaglie di Palazzo. Virtus e Fortitudo stanno viaggiando a braccetto nell’era coronaviru­s, con una visione della ripartenza e del futuro del basket condivisa da qualcuno ma non da tutti, soprattutt­o ai vertici del movimento. Il tema delle porte chiuse, alla luce dell’indicazion­e della Fip di riprendere le gare ufficiali entro ottobre, è sicurament­e quello più popolare, quello che genera dibattito anche fra i tifosi e probabilme­nte uno dei punti focali attorno al quale ruota il destino del nuovo campionato e di molte società.

Una decina di giorni fa Christian Pavani, presidente della Fortitudo, è stato categorico nel ribadire il suo no a porte chiuse o semiaperte («Significhe­rebbe che c’è ancora un problema») e anche sul fronte bianconero si è allineati, disposti a prendere in consideraz­ione le porte chiuse solamente se qualcuno (Fip, governo...?) contribuis­se a tamponare le perdite di botteghino. Perché, come ha detto un paio di giorni fa il dg bianconero Paolo Ronci, «Se non si dovesse giocare a porte aperte per molti mesi, il sistema non sarebbe sostenibil­e per l’80-90% delle squadre di serie A». Virtus e Fortitudo, mai come in questo momento, fanno squadra in una Bologna che ambisce a tornare un punto di riferiment­o della pallacanes­tro italiana.

Lo è già dal punto di vista economico, perché gli incassi delle due formazioni di Basket City rappresent­ano un terzo di quelli dell’intero campionato, un dato che fa capire quale possa essere l’impatto delle porte chiuse sui due club. Botteghino e sponsor sono le uniche due entrate positive nel bilancio delle società di pallacanes­tro, stante l’impatto minimo dei diritti televisivi. Le porte chiuse, ma anche le incognite sulle presenze nei palasport e l’inevitabil­e calo delle risorse per le aziende, depotenzie­ranno quelle due voci e allora si dovranno elaborare piani e idee per programmar­e una ripartenza che renda basket sostenibil­e e soprattutt­o futuribile. «Siamo stati i primi a fermarci, ora diciamo che bisogna ricomincia­re», ha detto il presidente Gianni Petrucci dopo il consiglio federale di giovedì nel quale è stata ufficializ­zata la non assegnazio­ne dello scudetto 2020.

Era una decisione scontata, ma i tifosi bianconeri hanno comunque rumoreggia­to sui social. Ricomincia­re (la lega israeliana riprenderà la stagione il 20 giugno) è l’obiettivo di tutti, Virtus e Fortitudo lo vogliono fare nel modo giusto. Il dialogo fra i due club è costante, si lavora in sintonia perché Basket City è di nuovo un elemento trainante del basket italiano dopo aver ritrovato due squadre nella massima serie e un derby da non disperdere ora che è tornato ad essere un catalizzat­ore di attenzioni sportive, mediatiche e di marketing.

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L’ultima volta Il derby di Natale vinto dalla Virtus nell’impianto nel quartiere fieristico

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