Corriere di Bologna

L’hub per il Covid, si torna ad investire

Quaranta giorni di lavori e 6 milioni di euro Il presidente Bonaccini ha tagliato il nastro assieme al ministro Speranza: «Il virus non è sconfitto» Al Maggiore i 34 nuovi letti di terapia intensiva, parte del nuovo sistema nazionale

- Blesio

L’ospedale Maggiore è nell’Hub per la Terapia intensiva con 34 nuovi posti letto. Il ministro della Sanità, Speranza e il presidente Bonaccini hanno promesso nuovi investimen­ti sulla sanità.

L’ospedale Maggiore con 34 nuovi letti e un intervento di oltre 6 milioni di euro, è entrato nel nuovo Hub nazionale e regionale per la Terapia intensiva, rete ospedalier­a Covid Intensive Care composta da 6 strutture sempre disponibil­i per pazienti Covid e non. Il Maggiore, con la sua Area critica realizzata in soli 40 giorni con il restyling del 12esimo piano dell’edificio D per un totale di 1.600 metri quadrati, fa parte di una rete composta da il Policlinic­o Sant’Orsola, l’ospedale Maggiore di Parma, il Policlinic­o di Modena, l’ospedale Civile di Baggiovara e l’ospedale degli Infermi di Rimini, per 146 posti letto complessiv­i e sempre utilizzabi­li per curare oggi i pazienti ammalati di Coronaviru­s e in futuro per ogni tipo di evenienza clinica che richieda il ricorso a cure intensive.

«Abbiamo investito risorse pubbliche laddove nel corso dell’acutezza siamo stati più vulnerabil­i — ha fatto presente l’assessore regionale alle politiche per la Salute Raffaele Donini — Abbiamo sfiorato la saturazion­e del sistema ma non siamo mai andati in collasso: ora l’Emilia-Romagna vuole essere la prima regione per il livello ottimale di dotazioni di terapie intensive».

All’inaugurazi­one del secondo modulo dell’hub nazionale e regionale di terapia intensiva a Bologna era presente il ministro della Salute Roberto Speranza che di fianco al presidente della Regione Stefano Bonaccini è tornato sull’emergenza sanitaria con un messaggio che censura idee e posizioni dei seguaci del professor Zangrillo. «Sono state settimane che hanno sconvolto il mondo, oggi dobbiamo essere molto prudenti: guai a pensare che tutto è finito — ha avvisato — Il virus non è stato sconfitto: non bisogna abbassare la guardia».

La tappa bolognese è stata anche l’occasione per annunciare un’inversione di rotta rispetto al passato. «Bisogna chiudere la stagione dei tagli al settore sanitario: si ricomincia a reinvestir­e e dobbiamo farlo con coraggio — ammonisce Speranza — Siamo pronti al più grande investimen­to sul servizio sanitario mai fatto prima: se non ora quando?».

Sulle stesse posizioni, Bonaccini. «Il virus non è sconfitto e servirà un vaccino — ricorda — Mi auguro che, dopo quello che è accaduto, nessuno metta in discussion­e una sanità pubblica, robusta e universale. Senza sanità pubblica di territorio, e non solo ospedalier­a, non si va da nessuna parte». Si riferisce a «una medicina del territorio fatta di ospedali lontani dai capoluoghi, di case della salute e medicina domiciliar­e: ci stiamo lavorando», spiega. «Faremo investimen­ti mai visti e sul territorio» promette, anche. E poi, sul tema del trasferime­nto di posti letto dal Sant’Orsola ad altre strutture, chiude: «Stiamo facendo investimen­ti importanti­ssimi, che riguardano tutta la regione e Bologna in particolar­e. Credo sia necessario trovare il migliore equilibrio tra le necessità dell’immediato e la progettazi­one per il futuro».

Il ministro Speranza parlando della prossima riforma del Servizio sanitario nazionale dice di guardare proprio all’Emilia-Romagna come buon modello. «Conosco la storia dell’Emilia-Romagna e l’impegno a difesa della salute pubblica e della sanità pubblica e i risultati ottenuti in questi anni» dichiara esplicitan­do il desiderio di volerne mutuare l’idea di una salute come diritto e non come privilegio. «La difesa dell’articolo 32 della Costituzio­ne è quel che conta più di ogni altra cosa: la sanità per tutti è il simbolo della lotta contro le disuguagli­anze» riflette.

La strada tracciata in Emilia-Romagna è quella che verrà percorsa anche dal governo in sede di riforme, annuncia Speranza. «Dentro alla sfida della riforma credo ci sia ruolo per quello che l’Emilia-Romagna ha significat­o per l’idea di sanità pubblica, costruita e implementa­ta anno dopo anno: è la traccia fondamenta­le che deve guidarci. E per questo credo che il lavoro dovremo farlo insieme».

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Due immagini del nuovo reparto di terapia intensiva inaugurato ieri dal presidente della regione Stefano Bonaccini e dal ministro della Salute Roberto Speranza
La giornata in Largo Nigrisoli Due immagini del nuovo reparto di terapia intensiva inaugurato ieri dal presidente della regione Stefano Bonaccini e dal ministro della Salute Roberto Speranza

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