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Festival anche quest’anno: quaranta appuntamenti, massimo 300 spettatori Via con Muti, che fa il tris
Sarà inaugurato il 21 giugno con la sinfonia Jupiter diretta da Riccardo Muti nella Rocca Brancaleone, un’opera luminosa dopo il buio. «Il Ravenna festival c’è» è lo slogan: si farà questa 31esima edizione rimasta a lungo in bilico a causa dell’emergenza sanitaria. Lo annuncia il sovrintendente Antonio De Rosa in una presentazione rigorosamente con mascherine e relatori e pubblico distanziati. «C’è e c’è sempre stato. Siamo stati sempre convinti che lo avremmo fatto. L’abbiamo detto sempre più forte, senza paura. Non abbiamo mai pensato di spegnere quella fiamma, quella luce che arde dentro di noi che è l’emozione dello spettacolo dal vivo, irrinunciabile per noi e per il pubblico. Non ci siamo mai sentiti soli».
La città, il ministero, gli enti e i privati che sostengono la manifestazione le si sono stretti intorno, e così torneranno la grande musica, il balletto e il teatro fino al 30 luglio, non solo nella Rocca Brancaleone, ma anche nel Pavaglione di Lugo e a Cervia. «Gli spettatori saranno al massimo 300 a sera. Ma non perderemo pubblico, anzi lo allargheremo grazie allo streaming sulla fibra ottica di Lepida Tv, la televisione regionale».Il programma prevede in tutto 40 appuntamenti, con ben tre concerti diretti dal maestro Muti. Dopo la serata inaugurale con l’orchestra giovanile Cherubini e con il soprano Rosa Feola, incentrata sulla Jupiter ma aperta da Rêverie di Skrjabin, il maestro tornerà sul podio il 3 luglio con il tradizionale Concerto dell’amicizia, dedicato quest’anno con l’Eroica di Beethoven alla Siria martoriata, e il 12 con una serata Antonín Dvorák che avrà per solista il violoncellista Tamás Varga dei Wiener. Valery Gergiev il 28 giugno dirigerà un omaggio a Beethoven con la Pastorale e
il Terzo concerto con la splendida giovane solista Beatrice Rana al pianoforte; l’1 luglio, sempre con l’orchestra ridotta a un massimo di 62 elementi per rispettare il distanziamento, Asher Fisch, molto apprezzato anche a Bologna, sarà impegnato a guidare un programma con L’idillio di Sigfrido di Wagner, Les illuminations di Britten e la London di Haydn, con la Budapest Festival Orchestra e il soprano Anna Prohaska. Ma musiche di molti altri generi si potranno ascoltare, dalle sonate di Beethoven a composizioni per violoncello, dagli otto contrabbassi di Ludus Gravis a un altro omaggio a Beethoven del Quartetto Noûs. La ravennate Accademia Bizantina presenterà Il Trionfo del tempo e del disinganno di Händel, riflessione stringente per tempi incerti sul ciclo della vita. Ritornerà la musica liturgica, in streaming dalla basilica di San Vitale e con altri concerti; sarà interessante ascoltare La peste di Amburgo, un «lamento», genere in voga nel periodo barocco.
Ma risuoneranno anche canzoni di Neri Marcorè, il Pandemonium di Vinicio Capossela e colonne sonore. Uno spettacolo di balletto riunirà étoiles e solisti di vaglia (Brunello e Rana), mentre per il teatro si assisterà alla ripresa, a dieci anni dal debutto, di Rumore di acque del Teatro delle Albe con le musiche dei Fratelli Mancuso, a Se questo è Levi di Fanny & Alexander, a un Majakovskij di Menoventi, a una novità con Castellitto e Isabella Ferrari sui giorni del virus.
Cervia riscoprirà i «trebbi» in versione 2.0, avvicinando l’antica forma di narrazione al talk show, con nomi del giornalismo, dello spettacolo, della musica. A Lugo sguardo alle contaminazioni musicali odierne con Bollani, un omaggio a Bacalov e altro. Info: ravennafestival.org.