Cazzola: non si potrà fare a meno delle fiere
L’analisi di Alfredo Cazzola dopo l’appello del sindaco Merola
Le fiere restano strategiche e la fusione tra Bologna e Rimini potrebbe rilanciarle dopo la crisi causata dal coronavirus. La pensa così Alfredo Cazzola che è stato l’artefice del Motor Show in Fiera e ha fatto parte del cda di Rmini Fiere.
Alfredo Cazzola, ex presidente della Virtus Pallacanestro e del Bologna Calcio, ha lavorato quarant’anni nel mondo delle fiere italiane. Con la sua Promotor ha gestito i decenni d’oro del Motor Show e partecipato alla privatizzazione di BolognaFiere, dove è stato seduto anche in cda, e di Rimini Fiera, dove ha ricoperto la carica di vice presidente. Anche se non si occupa più del settore, resta una delle sue più grandi passioni tanto che, a distanza di vent’anni, si ritrova a tifare nuovamente per la fusione fra i due expo: «Sono a favore della alleanza dai primi anni Duemila: in questa fase sarebbe un’ottima soluzione anche per scavallare questo anno estremamente disgraziato».
Il sistema fieristico italiano, che ha dovuto rimandare al 2021 quasi tutte le manifestazioni in calendario, è stato messo a durissima prova dal coronavirus. Pensa che in questi mesi il mondo abbia imparato a fare a meno dei grandi eventi?
«Il rischio che il mercato inizi a pensare che sia possibile fare a meno di una determinata manifestazione purtroppo c’è. Ma non si potrà e, nemmeno si dovrà, fare a meno delle fiere. Quelle specializzate e i congressi sono vetrina e volano di occupazione e nuove progettualità per le città, coinvolgendo piccole e medie imprese, alberghi e ristorazione. Nulla andrà lanciato intentato. Annullare una fiera significa correre il rischio che altri la facciano altrove. Ecco perché bisogna proseguire con la programmazione dei saloni, precedendo la concorrenza e provando a superare le difficoltà del 2020».
Poi tutto come prima? «Tutte le organizzazioni fieristiche mondiali e gli addetti ai lavori credo si stiano ponendo questo interrogativo. È impensabile prevedere qualcosa di totalmente alternativo, affidato al digitale. Ci sono strumenti straordinari come la realtà aumentata di cui tutti stiamo beneficiando, ma resto dell’idea che le fiere siano strumento insostituibile per l’incontro reale fra la domanda e l’offerta. Non penso che l’emergenza sia finita, ma voglio essere ottimista sulla normale ripresa delle attività a primavera. Il tempo è dalla nostra parte».
Il flusso dei turisti stranieri, però, non è ancora ripartito...
«Saranno i tempi della movimentazione aerea a fare la differenza. È atterrato il primo volo da Bucarest, ne arriveranno altri. Sarà una lotta contro il tempo, ma dal 2021 dovremo essere pronti a tornare a pieno regime».
La prima fiera internazionale dell’era Covid sarà il Cersaie, dal 9 al 13 novembre. La conferma ufficiale arriverà il 9 luglio, quando saranno pervenute tutte le adesioni e gli organizzatori avranno chiare le condizioni per svolgerlo in sicurezza. Si riuscirà?
«Se non ci sarà l’ondata di ritorno del contagio che si teme per l’autunno, direi proprio di sì. Anche se ci sono ancora molti punti interrogativi sui tempi troppo stretti di prenotazione degli alberghi o sulle procedure da adottare. Ben vengano tutte le condizioni di sicurezza, però, meglio una fiera con meno visitatori e più attenzione che niente»
Il sindaco Virginio Merola ha detto che per «salvare» il polo regionale si deve procedere con la fusione fra BolognaFiere e la Fiera di Rimini. È d’accordo?
«Sono a favore di questa alleanza da sempre. Il Covid ha creato un arresto imprevedibile proprio in un momento in cui tutte le fiere dell’EmiliaRomagna stavano veleggiando positivamente. Basti pensare agli investimenti per il futuro e alla riorganizzazione dei padiglioni di via Michelino. Non si capisce perché ora che i sindaci son d’accordo, la Regione sia improvvisamente fredda. Una volta fuse, Bologna e Rimini potranno assumere dimensioni importanti e confrontarsi alla pari con big come la Fiera di Milano».
A livello nazionale cosa manca ancora?
«Risorse straordinarie da parte del governo che aiutino l’intero settore, indotto compreso, a tornare motore dell’economia».
” La strategia Le fiere sono volano per occupazione e indotto, ora il governo stanzi risorse straordinarie