Viale: «Il lockdown? Ha funzionato»
Il dietrofront di Sergio Venturi sul lockdown ha spiazzato anche colleghi come l’infettivologo Pierluigi Viale: «Visti i risultati, il lockdown ha funzionato».
Professor Pierluigi Viale, l’ha sorpresa il dietrofront dell’ex commissario regionale Sergio Venturi in merito all’utilità del lockdown?
«Non abbiamo la controprova. Ma secondo me il lockdown ha funzionato. I risultati si vedono: la riduzione della circolazione del virus è molto significativa».
Non sarebbero bastate quindi le regole di sicurezza attuali, dalla distanza di interpersonale di un metro alla mascherina obbligatoria , fino ai gel igienizzanti?
«Noi dobbiamo chiedere 100 per ottenere 50. Martedì sono stato ai Giardini Margherita e mi sono messo a osservare: il 60% delle persone non aveva la mascherina. In un mondo ideale il lockdown si poteva non fare, ma noi viviamo in un mondo reale. E poi, se guardiamo alla storia della spagnola e delle pestilenze del quattordicesimo secolo, il lockdown ha sempre funzionato. Ora, con la circolazione del virus è ridotta, se rispettiamo le misure di distanziamento sociale e usiamo le mascherine, l’epidemia potrebbe non riprendere più. Allora non sapevamo più dove mettere i malati. Poi abbiamo fatto 40 giorni di lockdown, mica 40 mesi. Io non lo rinnegherei, insomma. È strano che Venturi si sia espresso in quei termini, magari il suo discorso è stato travisato: perché lui ha dato prova di saggezza e ha lavorato molto bene nel periodo dell’emergenza».
In autunno arriveremo a zero contagi secondo lei?
«Servirebbe un cappello a punta e una sfera magica per rispondere. L’ipotesi più ottimistica è il passaggio all’ademia, con una circolazione del virus stabilmente bassa come ora. Non credo che si arriverà allo zero a meno che non lo decida il virus, mutando. Per ora non lo ha fatto e noi non possiamo sperare che sparisca, dobbiamo accontentarci di un ademia stabile. Senza vaccino possiamo augurarci solo l’aborto del virus, com’è successo nel caso della Sars. L’estate ci aiuterà, ma Milano brucia ancora».
Quindi bisogna ancora «tenere alta la guardia», come dice il ministro Speranza?
«Sarei più simpatico se dicessi il contrario, lo capisco. Ma questo non è un film dove alla fine vincono i buoni e perdono i cattivi. Abbiamo tre mesi in cui i nostri errori saranno perdonati dal caldo e dal sole e in cui potremmo allenarci a vivere una riapertura in condizioni di prudenza. Se saremo bravi avremo un autunno simile a questo finale di primavera».
Per riabbracciarsi e togliere le mascherine, bisognerà aspettare il vaccino?
«Esatto».
E servirà tempo.
«Sì, ma ricordiamoci sempre che ci sono stati 30 mila morti: una guerra. Non possiamo scherzare».
”
Viale Il virus non scomparirà, accontentiamoci di un’ademia stabile